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Nave italiana sequestrata in Oman: 'Non lasciateci soli'

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Nave italiana sequestrata in Oman: 'Non lasciateci soli' Sono cinque i siciliani a bordo. Il comandante della nave, Agostino Musumeci, 52 anni, è di Mascali, in provincia di Catania. Sono cinque siciliani - due catanesi, due messinesi e un ragusano - e un pugliese i marinai italiani sequestra...

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Nave italiana sequestrata in Oman: ‘Non lasciateci soli’
Sono cinque i siciliani a bordo. Il comandante della nave, Agostino Musumeci, 52 anni, è di Mascali, in provincia di Catania.

Sono cinque siciliani – due catanesi, due messinesi e un ragusano – e un pugliese i marinai italiani sequestrati dai pirati al largo dell’Oman.

La loro nave, il mercantile Enrico Ievoli dell’armatore Marnavi, compagnia di navigazione specializzata in trasporti chimici e alimentari, è stata presa d’assalto da un gruppo di pirati.

Insieme ai cinque siciliani (comandante, primo ufficiale, allievo ufficiale, direttore di macchina e cuoco), e al pugliese (panchista addetto al carico), nelle mani dei sequestratori ci sono altri dodici marinai, sette indiani e cinque ucraini.

Il comandante della nave, Agostino Musumeci, 52 anni, è di Mascali, in provincia di Catania. Ha un’esperienza trentennale di navigazione. E’ stato lui a chiamare per primo la società armatrice.

‘I pirati sono a bordo ma noi stiamo tutti bene’, ha detto il capitano, secondo quanto ha riferito l’armatore e amministratore delegato della Marnavi Spa, Domenico Ievoli.

Degli altri membri dell’equipaggio, cinque sono italiani e quattro sono siciliani: il primo ufficiale, Daniele Grasso, di Catania; l’allievo ufficiale Valentino Longo e il direttore di macchina, Letterio La Maestra, entrambi di Messina, e il cuoco di bordo, Carmelo Sortino, di Pozzallo (Rg).

A ciascuno di loro i pirati hanno consentito di chiamare con il telefono satellitare la propria famiglia. Chiamate rapidissime, solo per dire ‘stiamo bene, ma non lasciateci soli’.

La moglie del comandante, Rita Musumeci. ‘E’ una vergogna. Nessuno di questo Stato ci ha chiamato o si è fatto sentire. Loro stanno al caldo, con le loro famiglie. Cosa gli interessa di noi? E’ assurdo che a darmi le notizie siano i giornalisti. Dalla Farnesina non ci informa nessuno. E i familiari degli altri componenti l’equipaggio sono esattamente nelle mie condizioni’.

La moglie del comandante racconta al quotidiano La Sicilia di un altro caso simile capitato al marito nel marzo del 2006 a largo delle coste yemenite di Aden. ‘Con la stessa nave avevano subito un tentativo d’assalto dei pirati, mio marito riuscì in tempo a dare l’allarme scampando all’attacco grazie all’intervento della fregata Marina militare euro’.

‘Lo avevo sentito il giorno di Santo Stefano e mi aveva riferito che di lì a poco avrebbero dovuto incrociare la scorta della marina giapponese che gravitava in zona – racconta la moglie del capitano – al fine di prevenire possibili sequestri di navi mercantili’.

‘In una mail ci sono arrivati gli auguri di Natale: stavano per ripartire e inizialmente la situazione è sembrata tranquilla’ dice il figlio Vincenzo. Poi, ieri mattina, la notizia del sequestro.

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