> > 'Ndrangheta, confiscati 84 milioni alle cosche Morabito ed Aquino

'Ndrangheta, confiscati 84 milioni alle cosche Morabito ed Aquino

'Ndrangheta, confiscati 84 milioni alle cosche Morabito ed Aquino

Otto società commerciali, complessi residenziali e altri immobili sono stati sequestrati dalle Fiamme gialle a 11 persone legate alle cosche Morabito e Aquino.

Quello compiuto dalla Guardia di Finanza ai danni di undici soggetti accusati di essere legati alle cosche Morabito e Aquino Coluccio della ‘Ndrangheta è stato un autentico maxi sequestro. I militari delle Fiamme gialle, per ordine del Tribunale di Reggio Calabria hanno confiscato otto società commerciali, villaggi turistici nelle più rinomate località balneari della costa jonica calabrese, altri immobili, automobili e rapporti finanziari per un totale che supera gli 84 milioni di euro di valore. I destinatari del provvedimento, presunti affiliati delle ‘ndrine e imprenditori accusati di essere contigui alle famiglie malavitose, sono considerati socialmente pericolosi, pertanto nei loro confronti è stata disposta anche la sorveglianza speciale.

Coinvolto anche il figlio del boss Morabito

Nelle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Gaetano Paci e svolte dalla Guardia di Finanza e dallo Scico di Roma è coinvolto anche Rocco Morabito, figlio del boss dell’omonimo clan, noto con il nome di Peppe “Tiradritto”. Con il denaro proveniente dalle attività illecite delle cosche, il giovane avrebbe in breve tempo costruito un impero, tessendo una fitta rete di interessi e affari con lo scopo di mantenere il consenso. Residence e villaggi turistici, per la maggior parte abusivi, sono sorti come funghi lungo tutto il litorale jonico calabrese, violando addirittura alcune zone fino a quel momento rimaste ancora incontaminate. Per la propria iperattività nel settore dell’edilizia Rocco Morabito ha già ricevuto una condanna a 7 anni.

L’enorme patrimonio delle cosche gestito attraverso una serie di fiancheggiatori

Ad aiutare Morabito nella costruzione e nella gestione dell’enorme patrimonio immobiliare sarebbe stata una capillare rete di fiancheggiatori, che l’avrebbe appoggiato nel processo di cementificazione delle più belle spiagge della locride. L’esistenza degli affari che hanno portato al sequestro odierno era venuta alla luce nell’ambito dell’indagine denominata Metropolis, poi sfociata in un processo nel quale, però, molti dei principali accusati sono stati assolti (sebbene solo in primo grado).