> > Non riesce a pagare stipendi a operai: imprenditore si suicida

Non riesce a pagare stipendi a operai: imprenditore si suicida

imprenditore

Imprenditore non riesce a pagare gli stipendi ai suoi 130 dipendenti. Disperato si impicca nella sua azienda e lascia un biglietto di spiegazioni.

Imprenditore di 61 anni si toglie la vita

Un imprenditore di 61 anni, del settore metlmeccanico, si è suicidato nella sua azienda. È accaduto vicino a Perugia, nella zona di Umbertide. L’imprenditore ha lasciato un biglietto di addio e di spiegazioni. Nel foglio, l’uomo dichiara di essersi tolo la vita non riuscendo più a pagare gli stipendi ai suoi operai e collaboratori.

La situazione con i dipendenti era tesa ormai da diverso tempo, tanto che nell’aziende era stato proclamato uno sciopero per protestare proprio contro il mancato pagamento delle mensilità. Tuttavia sembrava anche imminente un accordo tra imprenditore e sindacati.

L’uomo si è impiccato in un sottoscala dello stabilimento, dopo aver scritto e lasciato il biglietto su una scrivania. Il corpo senza vita dell’imprenditore è stato trovato da un suo collaboratore che ha subito chiamato le autorità.

imrenditore

La disperata lettera sulla scrivania dell’imprenditore

Sulla scrivania è stata lasciata una triste e sentita lettera di addio. Emerge dallo scritto che la sua banca gli avrebbe negato il credito, impedendogli così le risorse necessarie per pagare gli stipendi degli operai. L’uomo era titolare della Cobem e di altre società, con un totale di 130 dipendenti anch’essi stremati ed insofferenti.

Problema dei suicidi in Italia: molti sono proprio imprenditori

L’uomo di 61 anni è solo uno degli ultimi di una ormai lunga e triste lista di persone che si sono suicidate per problemi economici. Molti di questi sono proprio i piccoli e medi imprenditori. Uomini, persone che, oppressi dai debiti, per disperazione si sono tolti la vita che sono arrivati a disprezzare. Si è spesso parlato di omicidio di stato.

Sicuramente dal 2008 a oggi c’è stata una sottovalutazione grave degli impatti della crisi economica sulla vita delle persone, da parte della classe dirigente del nostro Paese. Non sappiamo quanto i nostri politici sentano la questione, ma senza dubbio, è indirettamente anche colpa loro. Servirebbero invece misure concrete. Questa situazione invece crea scontento, odio e disperazione che però trovano sfogo in altri ambiti. Si crea un effetto domino che coinvolge tutti. Sempre più spesso, come in questo caso, si fa fatica a pagare ciò che si deve, e si cerca di evitare contratti regolari. Ma non sempre queste scelte sono dettate dalla prepotenza e dalla disonestà. Quando le cose vanno male e ci si sente soli e abbandonati possono passare tanti pensieri. O solo uno definitivo.
Più di 700 morti dal 2012 ad oggi, in genere tra i 45 e i 65 anni. Cifre davvero spaventose e dolorose. Ormai non si parla più di casi isolati e di personalità fragili di indole. Un mix di delusione e sconforto e prospettive misere per il futuro possono mettere al tappeto qualsiasi personalità, che vede distrutto il senso della propria vita e delle azioni passate, presenti e future. Diventa anche un problema psicologico. Sembra che spesso gli imprenditori abbiano timore di chiedere aiuto rendendo pubblico il loro disagio: difendono la loro dignità non comunicando. Considerano il suicidio onorevole. Una non soluzione risolutiva.