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Omicidio Noemi, oggi l’interrogatorio del fidanzatino 17enne reo confesso

Vittima

Interrogatorio oggi a Lecce per il 17enne reo confesso dell'omicidio della fidanzatina 16enne Noemi Durini. Le versioni delle parti in causa (padre di Noemi compreso) non convincono.

Omicidio premeditato e aggravato

Sorridente

Oggi, sabato 16 settembre, avrà luogo l’ interrogatorio del 17enne di Alessano (Lecce) reo confesso dell’omicidio della fidanzatina Noemi Durini, la 16enne di Specchia scomparsa la notte 3 settembre e trovata morto dieci giorni più tardi in un campo non molto distante da Santa Maria di Leuca, sepolta da alcuni sassi – secondo l’autopsia aveva il cranio sfondato, colpito da un corpo contente -. E’ stato il ragazzo stesso ad indicare ai carabinieri dove si trovava il cadavere. Per la Procura dei Minori di Lecce questi non ha compiuto un omicidio “d’impeto”, come egli ha dichiarato nella confessione, bensì in modo premeditato, perché la vittima voleva lasciarlo e lui – come in genere capita nei femminicidi – non lo accettava. Perciò ora deve rispondere appunto di delitto premeditato, aggravato da futili motivi e dalla crudeltà. A portare alla decisione del giudice, anche la testimonianza di un amico del 17enne, il quale ha riferito il ragazzo gli aveva espresso la volontà di uccidersi o di uccidere Noemi. In giornata lascerà la comunità protetta dove è stato portato dopo l’arresto il 13 settembre, e comparirà davanti alla gip del Tribunale dei Minori, Addolorata Colluto, e alla pm Anna Carbonara. Sarà difeso dagli avvocati Luigi Rella – già legale di Cosima Serrano, condannata all’ergastolo con la figlia Sabrina Misseri per l’omicidio della nipote 15enne Sarah Scazzi, avvenuto ad Avetrana il 26 agosto del 2010 – e Paolo Pepe.

Accuse tra le due famiglie e dubbi

Intervistato da "Chi l'ha visto?"

Oltre a non credere che il ragazzo abbia ucciso Noemi per “impeto”, gli inquirenti non credono nemmeno alla versione fornita dai genitori di lui, secondo cui la ragazza fosse “diabolica” e avesse fatto una colletta per comprare l’arma – si parla di una pistola e poi di un coltello – per sterminare, proprio il 3 settembre, la famiglia del fidanzatino, con la quale il clima era tesissimo perché la coppia non accettava che il figlio avesse una relazione con lei – definita “un cancro” dal padre, Biagio Manzo –; clima tesissimo che ha coinvolto anche i genitori della 16enne. Secondo la versione del giovanissimo assassino reo confesso, avrebbe tagliato la gola a Noemi proprio con lo stesso coltello con cui lei aveva intenzione di uccidere quella mattina i suoi familiari.

Per ora non ci sono riscontri nemmeno su quanto detto da Umberto Durini, padre della ragazza uccisa, secondo il quale a massacrare sua figlia sarebbe stato non il fidanzatino, bensì il padre di lui. A suo avviso il ragazzo vorrebbe “proteggere il padre” – per altro indagato per complicità con il figlio, con l’accusa di aver sequestrato Noemi e di averne occultato il cadavere –: per il signor Durini, invece, “ha fatto tutto lui”, Biagio Manzo.

Intervistati

La mattina venerdì 15 settembre l’uomo ha tentato di far irruzione nella casa di Montesardo (frazione del comune di Alessano), dove vivono i genitori del ragazzo arrestato, ma è stato bloccato dai carabinieri. Parlando davanti alle telecamere, oltre ad accusare il padre del fidanzatino di sua figlia, Durini ha anche raccontato: “Il ragazzo era stato cacciato di casa, dormiva nei casolari, io l’ho accolto da me, gli ho comprato i vestiti, mia figlia l’amava – la madre di Noemi ha detto che la ragazza aveva voluto fare la “crocerossina” con lui – e per questo sono andato da suo padre – si è difeso – e mi hanno aggredito e chiamato delinquente”. Dal Tribunale di Lecce annunciano che sentiranno anche lui nell’ambito delle indagini, “e se ha notizie circostanziate da fornire le ascolteremo”.