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Onesto Riccitelli: una troppo breve vita da mediano

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Era stata una bella settimana, a Prato ed Alessandria. La delusione per l’amaro esito dei playoff era ormai alle spalle e la pratica-iscrizione al prossimo campionato più o meno agevolmente archiviata. In Toscana poi il ritorno in panchina di Vincenzo Esposito, L’Allenatore per eccellenza del...

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Era stata una bella settimana, a Prato ed Alessandria. La delusione per l’amaro esito dei playoff era ormai alle spalle e la pratica-iscrizione al prossimo campionato più o meno agevolmente archiviata. In Toscana poi il ritorno in panchina di Vincenzo Esposito, L’Allenatore per eccellenza della storia recente dei lanieri, aveva ispirato le migliori sensazioni in vista della stagione al via tra venti giorni mentre in Piemonte solo il dietrofront di Sarri aveva rovinato il clima di entusiasmo.

Ma una venatura di tristezza è arrivata in entrambe le città, seppur non improvvisa ed amaramente attesa, nella giornata di mercoledì, causata dalla notizia della morte di Onesto Riccitelli, sopraggiunta ad appena 47 anni, a Civitanova Marche, a causa di una grave malattia ai polmoni contratta due anni fa. Nessuno infatti ha dimenticato il contributo fornito dal centrocampista marchigiano nella stagione 1987-’88, al Prato, e due anni dopo in grigio, seppur nella stagione del ritorno in C2.

Maceratese di nascita, Riccitelli ha militato anche nella squadra della sua città per quattro stagioni (’83-87) e poi nel Modena, società con cui disputò la sua unica partita in Serie B. A Prato giunse a stagione iniziata, nell’ottobre ’87, e vi rimase una sola stagione, ma disputò da titolare tutto il resto del campionato, segnando pure una rete. Fu quello il secondo Prato migliore degli ultimi cinquant’anni, numeri alla mano, peggio solo di quello che la stagione successiva giunse terzo. Guidata in panchina da un giovanissimo Piero Lenzi, che aveva appena ereditato l’incarico da Corrado Orrico, la squadra seppe andare oltre i propri limiti rimanendo in corsa per la promozione in B fino alla penultima giornata, quando l’amara sconfitta per 2-0 a Trento spense il sogno. Un gruppo giovane ma competitivo, capace di esprimere un calcio bello e moderno trascinato dai gol della coppia Marco Rossi-Roberto Paci e dalle parate della chioccia Roberto Aliboni.

Riccitelli giocò poi con Lucchese per arrivare ad Alessandria nel 1989: il suo moto perpetuo non bastò ad evitare l’immediato ritorno in C2. Chiuse la carriera da calciatore nel 1996 ad Olbia per intraprendere quella di allenatore (fu vice al Derthona ed alla Canavese) e fornì ovunque il suo contributo di sostanza, facendosi apprezzare dai tifosi: gli stessi che non lo hanno dimenticato. E che oggi lo piangono.