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Ospedale psichiatrico abbandonato in Sud Corea

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Nella Corea del Sud e precisamente nella città metropolitana di Gwangju (si legge Gyeonggi) -  la sesta città più grande del Paese dopo la capitale Seoul e le città di Incheon, Daegu e Daejeon, con una popolazione di quasi un milione e mezzo di abitanti a metà del 2012 - esiste un os...

Nella Corea del Sud e precisamente nella città metropolitana di Gwangju (si legge Gyeonggi) – la sesta città più grande del Paese dopo la capitale Seoul e le città di Incheon, Daegu e Daejeon, con una popolazione di quasi un milione e mezzo di abitanti a metà del 2012 – esiste un ospedale psichiatrico abbandonato chiamato Gonjiam, che offre davvero uno scenario da brivido agli amanti del genere. L’edificio è stato completamente chiuso e lasciato al suo destino nel 1995. La celeberrima emittente televisiva americana CNN si è presa la briga di fare un servizio su di esso e l’ha definito uno dei luoghi più mostruosi del mondo. Oggi questo ospedale psichiatrico passa per essere uno dei luoghi più infestati da fantasmi e spiriti – le sue condizioni sono tali che porterebbe “chiunque ” a crederci –. Ovviamente un luogo da brivido di questa portata spinge molti ad avvicinarglisi per provare il proprio coraggio, sono circa un migliaio le persone che vi sono addirittura entrate abusivamente alla ricerca di queste paurose figure, di eventi paranormali e scheletri negli armadi del manicomio. Queste persone sono state trascinate anche dalla leggenda che l’ex proprietario dell’ospedale. Il proprietario, come si vorrebbe nei migliori film dell’orrore, sembrava fosse pazzo a sua volta e trattasse i pazienti come suoi prigionieri, facendo subire loro ogni sorta di angheria e violenza. Alcuni sarebbero stati persino ritrovati morti misteriosamente. Ci furono poi ovviamente delle indagini ma il direttore dell’ospedale riuscì a fuggire negli Stati Uniti. Questo sempre secondo la leggenda. L’edificio sembra comunque esser stato abbandonato in fretta e, dato che ancora oggi le stanze in rovina della struttura sono colme di mobili, fascicoli medici, macchinari arrugginiti, materiali ospedalieri e persino vestiti ed immondizia, sembra che nessuno abbia voglia di riaddentrarsi in quel luogo circondato da un alone negativo e pauroso.

La realtà dei fatti sulla fine dell’ospedale psichiatrico nel Sud Corea sarebbe in realtà più banale e concreta: problemi economici, condizioni anti-igieniche soprattutto a causa di problemi col sistema fognario. Il proprietario se ne andò effettivamente dal Paese senza lasciare alcuni tipo di documentazione sul terreno dove la struttura è ubicata e sulla struttura stessa, decretandone la chiusura ma anche l’interesse di turisti, fotografi, troupe televisive e naturalmente di “ghostbusters”, sebbene la gente del posto non incoraggi e non dia neppure volentieri indicazioni di questo luogo spettrale ai visitatori. La costruzione di una struttura di questo genere è spesso difficile da gestire da parte degli abitanti della zona, ed esser invasi da turisti e curiosi che si avvicinano in quello che pensano possa esser stato la sede di atroci sofferenze e di delitti innominabili contro l’umanità certamente non rende più semplici i rapporti con gli autoctoni. Quale una possibile risoluzione? L’edificio potrebbe esser rimesso a nuovo, una volta bonificata l’aerea in cui sorge, e tornare ad esser utile come struttura ospedaliera e non come ospedale psichiatrico. In questo caso sarebbe risolto il problema di questo macabro turismo e la popolazione avrà finalmente guadagnato qualcosa da questa situazione.