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Padre ignaro dell'andamento scolastico del figlio: il Tar annulla la bocciatura

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Il Tar ha emesso un'ordinanza che sancisce l'annullamento della bocciatura di un ragazzo di seconda media perchè il padre non era informato sul suo andamento scolastico.

Il Tar ha emesso un’ordinanza che sancisce l’annullamento della bocciatura di un ragazzo di seconda media dell’Istituto comprensivo Gorizia 1, in Friuli, perchè il padre non era informato sul suo andamento scolastico. A seguito di un ricorso e della sentenza da parte del Tar, ora chiede che sua figlia venga ammesso alla classe terza.

La bocciatura

Lo scorso giugno, al termine delle lezioni prima delle vacanze estive, un ragazzo di seconda media dell’istituto comprensivo Goria 1, in Friuli, è stato bocciato a seguito del suo andamento scolastico poco efficiente. E’ una cosa abbastanza comune e che riguarda tantissimi ragazzi che, per un motivo o per l’altro, si ritrovano con una pagella piena di brutti voti.

Quello che ha fatto di questa storia un vero e proprio caso è stata la decisione del padre del ragazzo di fare ricorso alla scuola in quanto, secondo lui, gli insegnanti non lo avevano informato dello scarso rendimento del figlio.

L’accusa di mancata bigenitorialità in classe

Quello su cui ha fatto leva il padre, e che è stato successivamente evidenziato nella sentenza del Tar, è che l’istituto ha violato un’importante norma contenuta nella circolare ministeriale (prot. n. 5336/2015) che sancisce l’importanza della bigenitorialità in classe, specialmente se si tratta di genitori separati o divorziati, come in questo caso.

E’ proprio quello che è successo nell’istituto di Gorizia. Gli insegnanti avevano informato esclusivamente la madre del ragazzo sui suoi brutti voti scolastici, non preoccupandosi di notificare la cosa al padre nonostante fosse stato disposto l’affido congiunto del figlio ad entrambi i genitori.

Il legale del padre

L’avvocato del padre del ragazzo, dott. Alessandro Tudor, una volta emessa la sentenza del Tar, ha dichiarato prontamente che “se la scuola non dovesse eseguire la sentenza del Tar, presenterò un nuovo ricorso per la nomina di un commissario ad acta per l’esecuzione della sentenza e l’iscrizione del ragazzo in terza media”

La posizione della scuola e degli insegnanti

L’istituto comprensivo Gorizia 1 cerca di spiegare le motivazioni della bocciatura del ragazzo sottolineando come la sua situazione è andata a peggiorarsi nel corso dell’anno scolastico, in quanto egli ha mostrato pocoo impegno, scarso interesse nelle materie e negli argomenti trattati e atteggiamenti poco collaborativi nei confronti degli insegnanti e dei compagni di classe.

Gli insegnanti, da parte loro, si sono impegnati ad andare in contro al ragazzo permettendogli più di una volta di recuperare i brutti voti, ma come risposta si sono visti il perpetuarsi dei suo atteggiamenti di disinteresse aggravati, inoltre, dalle continue assenze del ragazzo.

La delicata situazione familiare

Il Tar, nella sua sentenza, ha fatto leva anche sulla difficile ed estremamente delicata situazione familiare del ragazzo. Quest’ultimo, infatti, sembra non aver mai superato la separazione dei genitori e il suo andamento scolastico ha evidenziato che, infatti, i brutti voti hanno iniziato a minacciare la sua carriera scolastica, portandolo fino alla bocciatura, dal momento in cui i genitori gli hanno comunicato la notizia.

Non è una novità. Molti psicologi hanno espressamente evidenziato come, dopo una separazione o un divorzio, è frequente che i figli mostrino cambiamenti nel quadro comportamentale ed emozionale. Solitamente sono proprio i maschi ad accusare maggiormente il colpo nel breve termine e ad adattarsi alla nuova situazione rispetto alle femmine.

Uno studio dell’ISTAT in questo preciso ambito indica con estrema chiarezza che i figli reagiscono in modi molto diversi alla separazione dei genitori: alcuni si mostrano da subito capaci a fronteggiare la situazione e trovano un buon equilibrio psicologico; altri, invece, sperimentano un periodo iniziale di difficoltà, che può durare anche per 2-3 anni, ma poi raggiungono il loro equilibrio; infine vi sono quei bambini e ragazzi che a distanza di molti anni faticano ancora ad adattarsi alla nuova situazione.