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Tumula nelle mura di casa ex fidanzato della figlia

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Imprenditore edile sardo sequestra e mura vivo in uno dei suoi cantieri l'ex fidanzato della figlia continuamente vessata Come liberarsi dell'ex in maniera originale. L’increscioso, nonchè raro fatto è avvenuto nelle campagne di Agrigento. Domenico, 26enne già noto alle forze dell’ordine per...

Imprenditore edile sardo sequestra e mura vivo in uno dei suoi cantieri l’ex fidanzato della figlia continuamente vessata

Come liberarsi dell’ex in maniera originale. L’increscioso, nonchè raro fatto è avvenuto nelle campagne di Agrigento. Domenico, 26enne già noto alle forze dell’ordine per qualche crimine di piccola entità, ha trovato la morte per mano di Pietro G., padre della ex fidanzata. Imprenditore stimato e conosciuto in zona, l’uomo da tempo affrontava le lamentele e le crisi di pianto della figlia a causa del giovane.

L’ex fidanzato infatti tormentava da tempo la ragazza, stressandola con chiamate continue, messaggi minatori, pedinamenti e anche qualche schiaffo. La giovane quindi si è rivolta al padre per conforto e aiuto, ma mai avrebbe pensato a una reazione tanto drastica del padre. L’uomo infatti ha pensato di risolvere la situazione eliminando il problema alla radice nel modo, secondo lui, più veloce e sicuro: dopo aver pedinato il 26enne, lo ha rapito e portato in uno dei suoi cantieri. Con gli strumenti del mestiere a lui più abituali e congeniali, ha semplicemente murato il giovane ancora vivo dentro un pilastro di un edificio in costruzione, certo che nessuno lo avrebbe mai trovato.

Non vedendolo rientrare la sera, la famiglia di Domenico ha denunciato la scomparsa alla polizia. Sono quindi inziate le ricerche, che hanno portato alla ragazza e alla scoperta dei recenti litigi e vessazioni con l’ex. Non c’è voluto molto a scoprire la macabra verità e a ritrovare il corpo, ormai esanime, della vittima all’interno del muro in costruzione. Una morte crudele e terribile, della quale l’imprenditore si è trovato costretto a dichiararsi responsabile, non senza cercare di giustificarsi. Nel tipico dialetto sardo avrebbe dichiarato: “Ci scassava la minchia ammia figghia… stu fetente immerda

Paura di essere sepolti vivi e altre curiosità

C’è davvero da “morire dal terrore” a pensare di essere sepolti vivi. Una morte lenta, consapevole, senza possibilità di essere sentiti se si urla, o salvati, a meno di un caso fortunato. Condizione che può portare alla pazzia prima che alla morte stessa e che, anche se non sperimentata, può far sviluppare fobie pericolose e invalidanti. La tafofobia (dal greco taphos) è una appuntola paura di essere tumulati vivi (in una bara, sotto un cumulo di macerie crollate, o cementati in un muro) quale risultato dell’errata constatazione della propria morte. Questa fobia porta irrimediabilmente a conseguenze psicopatologiche importanti.

Edgar Allan Poe soffriva di tafofobia e ne ha parlato più volte nei suoi classici di letteratura del terrore. In molti casi si tratta di una forma estrema di claustrofobia; in particolare oggi sembra essere molto rara e viene diagnosticata soprattutto nelle persone anziane con un passato difficile alle spalle.

Clinicamente quindi, la tafofobia non ha rilevanza o riscontri. É stata comunque descritta, assieme alla relativa patologia, per la prima volta proprio da un medico italiano, Enrico Morselli. Nel suo libro “Sulla dismorfofobia e sulla tafefobia”, a fine ‘800 affrontò in maniera dettagliata tale fobia .

Storicamente, questa pratica ha visto numerosi casi comprovati, rendendone la paura non del tutto irrazionale. Durante il 19esimo secolo si è visto lo sviluppo di tecniche di rianimazione come la respirazione bocca a bocca e tecniche di defribillazione per riportare in vita persone ritenute già morte, anche senza arrivare alla sepoltura. Ecco perchè di norma si attondo 20 minuti prima di dichiarare il decesso ufficiale negli ospedali.

Ci sono inoltre molte leggende metropolitane che narrano di personel sepolte vive accidentalmente. Leggende che includono elementi come persone entrate in uno stato catalettico per risvegliarsi solo anni dopo. Si racconta anche di cadaveri riesumati e trovati con barbe post-mortem o i posizioni che lasciavano intendere un tentativo estremo di uscire dalla bara. Tra le più note, la leggenda riguardante la moglie del politico statunitense Henry Lee III, Ann, anch’essa porbabilmente sepolta prematuramente. Si narra anche che il detto “Saved by the bell” derivi dalle corde collegate ad un campanello fuori dalla bara. Tale sonaglino veniva messo proprio per permettere ad un accidentale “sepolto vivo” di poter essere salvato in extremis. Anche in questo caso, si tratta di una leggenda ritenuta falsa.

In Inghilterra, in epoche passate, quasi 3 mila persone venivano tumulate vive. In Scozia esiste ancora una lapide che riporta la scritta “Vissuta una volta, sepolta due volte”. Si tratta di tale Margorie McCall, vissuta in Scozia nel 1600.

In letteratura, oltre a Poe troviamo altri racconti sul tema, di autori quali Flaubert, Zola, Kipling, Bloch e Kaplan. Successivamente anche la televisione e il cinema hanno trattato più volte il macabro argomento.

“Sepolto vivo” film del 1962 diretto da Roger Corman con Ray Milland, è probabilmentequello che meglio rapresenta il tema. Maggiormente conosciuti sono ad esempio “Kill Bill vol.2” , dove la protagonista, interpretata dalla bravissima Uma Thurman, viene sepolta viva e riuscirà a salvarsi solo facendo uso delle sue smisurate capacità con le arti marziali. Tutta la durata del lungometraggio è invece dedicato a un uomo sepolto vivo in “Buried” di Rodrigo Cortés. Anche in una puntata di CSI – Las Vegas uno degli agenti di polizia protagonisti trascorre uno spaventoso lasso di tempo sottoterra.

Un altro caso di possibile, accidentale tumulazione dal vivo riguarda il celebre scrittore russo Gogol’. L’uomo soffriva di tafofobia: pare che alla riesumazione del corpo, nel 1931, il cadavere sia apparso spostato. Questo alimentò la diceria che lo scrittore fosse stato davvero sepolto vivo come temeva. Scentificamente, il fenomeno può essere spiegato con la pressione esercitata nella bara dai gas di putrefazione che mosso il cadavere.Ragazzo murato vivo