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Papa Francesco, all’Europa mancano veri leader

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In un’intervista, Papa Francesco lancia un richiamo all’Europa: mancano veri leader in grado di proseguire nel solco del “mai più la guerra”. Un richiamo forte, quello di Papa Francesco, lanciato nel corso di un’intervista al settimanale Tertio. Tanti i temi trattati: dall’Europa a cui...

In un’intervista, Papa Francesco lancia un richiamo all’Europa: mancano veri leader in grado di proseguire nel solco del “mai più la guerra”.

Un richiamo forte, quello di Papa Francesco, lanciato nel corso di un’intervista al settimanale Tertio. Tanti i temi trattati: dall’Europa a cui mancano dei veri leader al ruolo della religione rispetto alla guerra a quello, più in generale, del settore dell’informazione.

L’Europa senza veri leader: proseguire nel solco del “mai più la guerra”

L’Europa ha bisogno di leader che, oggi, non ci sono. Ad affermarlo è stato papa Francesco nel corso di un’intervista al settimanale cattolico Tertio. Secondo il Pontefice, il Vecchio Continente avrebbe bisogno di una guida per proseguire lungo la strada del “mai più la guerra” tracciata dopo i conflitti mondiali.

Quel “mai più la guerra”, ha detto il Papa, “è una cosa che l’Europa ha detto sinceramente, Schumann, De Gasperi, Adenauer lo dissero sinceramente”. “Al giorno d’oggi”, ha proseguito Francesco I, “mancano leader, l’Europa ha bisogno di leader, leader che vadano avanti”.

Guerra e religione: nessuna religione proclama la guerra

Sul legame fra guerra e religione, il Papa ha ricordato che “nessuna religione per il fatto religioso proclama la guerra, alcune deformazioni religiose sì, per esempio tutte le religioni hanno gruppi fondamentalisti, tutte, anche noi”.

Informazione e disinformazione: no a voler sempre comunicare lo scandalo

Il Pontefice ha poi toccato anche il tema dell’informazione, indicando la disinformazione come “il danno più grande che può fare un mezzo, perché orienta l’opinione in una direzione, tralasciando l’altra parte della verità”. “I media”, ha proseguito, “devono essere molto limpidi, molto trasparenti e non cadere nella malattia della coprofilia, senza offesa, che è voler sempre comunicare lo scandalo, comunicare le cose brutte, anche se sono la verità”. “La gente ha la tendenza alla malattia della coprofagia, quindi si può fare molto danno”. I giornalisti e tutti gli operatori dei media sono “costruttori di opinione e possono costruire e fare bene immenso”.