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Papà Gambalunga: il cartone anni 90

Papà Gambalunga

Ricordate il cartone giapponese "Papà Gambalunga"? Per molti è stato uno dei cartoni animati più belli e rappresentativi degli anni '90. Le "anime" nipponiche, per semplificare i cartoni animati giapponesi, hanno segnato un'epoca. Un decennio, per taluni addirittura un ventennio. Se consideriamo...

Ricordate il cartone giapponese “Papà Gambalunga”? Per molti è stato uno dei cartoni animati più belli e rappresentativi degli anni ’90.

Le “anime” nipponiche, per semplificare i cartoni animati giapponesi, hanno segnato un’epoca. Un decennio, per taluni addirittura un ventennio. Se consideriamo che molte produzioni sono andate avanti dagli anni ’80 sino al termine degli anni ’90, è evidente come abbiamo seguito milioni e milioni di adolescenti nel loro percorso di crescita.

Tra i più seguiti e apprezzati non si può non menzionare “Papà Gambalunga“. Arrivò nel nostro Paese nel 1991, su Italia 1, ma fu prodotto dalla Nippon Animation – in collaborazione con la Fuji Television, un anno prima. Forse non tutti sanno che la storia è basata sul romanzo di Jean Webster, del 1912.

La serie contava ben 40 episodi e narrava la commovente storia della trovatella Judy Abbot. Abbandonata dai genitori ancora in fasce, in un povero quartiere newyorkese, Judy cresce nell’orfanotrofio John Gryer sino all’età di 14 anni. Ma come mai “Papà Gambalunga”? Perché una volta terminate le scuole medie il direttore dell’istituto, colpito dal talento per la scrittura, decide di prendersi a cuore le sorti della giovane Judy finanziandole gli studi. L’unica condizione? Quella di aggiornare “Papà Gambalunga” (come venne ribattezzato da Judy) sulla sorte degli studi e della vita attraverso delle lettere.

Soltanto al termine della serie, con “Papà Gambalunga” in fin di vita, Judy scoprirà la vera identità del suo tutore. E sarà una scoperta sorprendente. Come finisce? Beh, svelarvi il finale sarebbe troppo facile…