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Pechino contro Virginia Raggi: non è all’altezza del suo compito

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Anche la Cina contro Virginia Raggi. Il Quotidiano del Popolo pubblica un editoriale molto critico nei confronti del sindaco di Roma. Nuovo attacco a Virginia Raggi. Solo che, questa volta, a criticare e mettere in dubbio le capacità del primo cittadino della Capitale, non sono esponenti della vit...

Anche la Cina contro Virginia Raggi. Il Quotidiano del Popolo pubblica un editoriale molto critico nei confronti del sindaco di Roma.

Nuovo attacco a Virginia Raggi. Solo che, questa volta, a criticare e mettere in dubbio le capacità del primo cittadino della Capitale, non sono esponenti della vita politica o culturale italiana. Questa volta, a dire che Virginia Raggi non è all’altezza è stato il Quotidiano del Popolo, l’organo ufficiale del Partito Comunista Cinese.

A firmare un editoriale pubblicato sul giornale la scorsa settimana è stata la Zhongsheng, la “voce del popolo cinese”, lo pseudonimo con cui sul Quotidiano del Popolo vengono di solito espresse le opinioni del Partito.

Virginia Raggi non è all’altezza

“La propaganda elettorale della Raggi”, si legge nell’articolo, “non corrisponde alle sue reali capacità amministrative”. E il sindaco del Movimento 5 Stelle viene accomunato ad una serie di politici nuovi che stanno prendendo sempre più spazio in Europa, politici come Marine Le Pen, “l’ultimo di una lunga serie di politici che sfrutta a suo favore l’insoddisfazione dei cittadini verso la lenta ripresa dell’economia e le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza”.

L’Europa non è all’altezza

L’editoriale del Quotidiano del Popolo si trasforma poi in una dura critica al Vecchio Continente e alla sua classe politica. “E’ da politici irresponsabili acuire le sfide generate dalla globalizzazione economica”, si legge, perché “la politicizzazione delle questioni economiche genera gravi conflitti sociali”. In questo senso, il populismo rappresenta “la peggiore risposta ai problemi della globalizzazione: i paesi europei hanno perso la loro direzione”.

La globalizzazione è un mare dal quale non si può scappare

La crescita di movimenti politici contrari alla globalizzazione rischia solo di “creare ulteriori problemi. I governi dei paesi europei devono pensarci due volte prima di fare scelte poco sagge. E dovrebbero impegnarsi a integrare sempre di più i propri paesi nel sistema internazionale”. La Cina, del resto, per parola del suo stesso presidente Xi Jinping (nel dettaglio, in occasione del WEF di Davos), si è detta convinta che globalizzazione e integrazione rappresentino “un trend storico”: “l’economia globale è un mare dal quale non è possibile scappare”.