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Perché gli scienziati hanno dotato i ratti da laboratorio di un “sesto senso”

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In un esperimento che ha segnato una punto di svolta, un team di scienziati americani è riuscito a creare un nuovo senso – in sostanza il “sesto senso” – dotando i ratti della capacità di individuare le luci infrarosse. Gli esperti che hanno raggiunto tale obiettivo ci vedono possibili fut...

In un esperimento che ha segnato una punto di svolta, un team di scienziati americani è riuscito a creare un nuovo senso – in sostanza il “sesto senso” – dotando i ratti della capacità di individuare le luci infrarosse. Gli esperti che hanno raggiunto tale obiettivo ci vedono possibili future applicazioni negli umani affetti da paralisi, i quali potrebbero così essere curati con elettrodi specializzati impiantati nel cervello, che permetterebbero agli arti di funzionare grazie alla tecnologia bionica più avanzata.

Lo studio è un precursore di una “svolta sensazionale”

La ricerca, svolta dagli scienziati della Duke University, nel North Carolina, appare nel giornale peer-review Nature Communications. Ma il Dr. Miguel Nicolelis, il capo ricercatore, afferma che lo studio pubblicato è solo un precursore di una svolta davvero sensazionale che nessuno scienziato del settore aveva mai ritenuto possibile.

Questa affermazione ha dato vita a eccitate speculazioni tra altri scienziati del campo.

È stato raggiunto un nuovo punto di svolta nell’interfaccia cervello-cervello. Questo studio si troverà in un giornale che sarà pubblicato nel marzo 2013.

Accennando alla svolta sensazionale, che per il momento è tenuta segreta, Nicolelis ha alluso alla comunicazione diretta cervello-cervello, quasi come una tecnologia che permette alla mente di leggere direttamente da un altro cervello. Se così fosse, l’impresa supererebbe di gran lunga i grandi risultati ottenuti nel campo delle interfacce cervello-macchina e aprirebbe la strada ad un tipo del tutto nuovo di capacità cerebrali e tecnologie della comunicazione.

I ratti vedono la luce invisibile

Il primo esperimento, che ci riporta a quello cui Nicolelis allude con “svolta sensazionale”, ha coinvolto dei ratti cui sono stati applicati dei particolari elettrodi. La sua riuscita ha implicazioni positive per gli umani che soffrono di cecità.

I ricercatori della Duke hanno applicato ai ratti dei detettori infrarossi specificatamente progettati che ricoprivano la loro testa. Questi detettori erano collegati a degli elettrodi impiantati nella regione cerebrale che controlla la sensazione e percezione tattile.
Sono state attivate luci invisibili e i ratti hanno avuto una reazione fisica. Lo studio ha mostrato che, dopo un mese di addestramento con le fonti luminose, i ratti erano in grado di determinare quale delle tre fonti di luce normalmente invisibile era attiva. La stessa tecnica è stata impiegata con successo anche con una scimmia.
Gli esperimenti provano che, sebbene alcune regioni del cervello si siano sviluppate per processare un determinato stimolo sensoriale, esse possono essere rieducate a riconoscere e processare altri tipi di informazioni.

Rieducare il cervello

Il Telegraph cita Nicolelis mentre spiega che “ciò che abbiamo fatto qui è dimostrare che potremmo creare un nuovo senso nei ratti consentendo loro di ‘toccare’ la luce infrarossa che i mammiferi non possono individuare. I nervi hanno risposto sia al tocco che alla luce infrarossa nello stesso istante. Ciò dimostra che il cervello adulto può acquisire nuove capacità che l’animale non ha mai avuto prima. Questo suggerisce che, in futuro, si potrebbe far uso di protesi per ripristinare modalità sensoriali perse, quali la vista, utilizzando parti cerebrali differenti.”

La scoperta di mezzi per ripristinare l’impianto elettrico del cervello o reindirizzarlo a un nuovo compito è un’impresa continua di ricercatori di tutto il mondo. Lo studio della Duke University è parte di un impegno mirato alla creazione di una seconda pelle o una “armatura” progettata per le persone con danni spinali incurabili che colpiscono le loro gambe. Se ci riusciranno, la nuova tecnologia permetterà ai pazienti paralizzati di camminare usando semplicemente altre parti del loro cervello per controllare dei dispositivi bionici.