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Pestaggio di Alatri: tutto per una moneta di 2 euro

Pestaggio di Alatri: tutto per una moneta di 2 euro

In base alle ultime informazioni raccolte, sembrerebbe che il pestaggio del giovane di Alatri sia avvenuto per una moneta di 2 Euro. Sembrerebbe che il massacro nei confronti di Emanuele avvenuto ad Alatri abbia avuto origine a causa di una moneta da 2 Euro. Cerchiamo di capire meglio e fare il pun...

In base alle ultime informazioni raccolte, sembrerebbe che il pestaggio del giovane di Alatri sia avvenuto per una moneta di 2 Euro.

Sembrerebbe che il massacro nei confronti di Emanuele avvenuto ad Alatri abbia avuto origine a causa di una moneta da 2 Euro. Cerchiamo di capire meglio e fare il punto della situazione.

In base a quanto si legge nei verbali, sembrerebbe che la miccia del massacro sia partita e cominciata proprio per colpa di una moneta da 2 Euro.

A raccontare quanto successo, è la barista Agnese che comincia a percepire qualcosa. Ecco il suo racconto: «mi aveva chiesto quattro shot di Tequila. A un tratto si avvicina al bar un ragazzo. Mi mostra 2 euro e mi chiede da bere. Dico che al massimo posso dargli una Lemonsoda. Vuole un cocktail. Dice di avere già speso cento euro».

A questo punto, comincia l’alterco tra i due, con l’albanese, ovvero Memo Paniccia che lo spintonava per guadagnare il bancone. Quando la barista si gira vede i due «strattonarsi a vicenda. Poi l’“albanese” prende il portatovaglioli del bancone e lo lancia a Emanuele. Poi prende una bottiglia».

Ketty racconta quanto successo: «Il mio ragazzo reagisce e lo allontana. Subito interviene un amico dell’“albanese” che aggredisce Emanuele con calci e pugni. È un buttafuori. Prima fa per dividerli. Poi urla “Al banco, al banco” e arrivano tre buttafuori. Ma invece di dividerli cominciano a picchiare con calci e pugni il mio ragazzo, costringendolo in un angolino, dietro la colonna, dove l’ho visto accasciato per terra, e poi portarlo fuori».

Emanuele viene cacciato fuori dal locale senza nessuna ragione apparente, ma l’alterco continua. «Emanuele aveva la maglia strappata e un po’ di sangue dalla bocca. Palmisani gli ha dato uno schiaffo in faccia. Castagnacci un altro». L’amico di Emanuele racconta «A quel punto un buttafuori tira fuori il manganello e lo colpisce più volte». Lui si frappone. Sofia vede Emanuele che riesce a «sganciarsi dal buttafuori, e colpito al volto, tenta di guadagnare l’uscita della piazza».

A quel punto, una volta uscito, viene raggiunto dai buttafuori che continuano a menarlo. Riesce a scappare, ma ritorna per vedere la fidanzata. A quel punto, la situazione degenera peggio del solito.

Gianmarco vede «una decina di ragazzi che insegue Emanuele e lo tempesta di calci e pugni». Cerca di aiutarlo ma «Vedo che qualcuno gli dà un pugno dietro la testa. Emanuele cade in avanti. Sbatte la testa sul cofano di un’auto. Rimbalza e cade a terra esanime. Riesco a raggiungerlo e soccorrerlo. Nel frattempo il gruppo si accaniva non solo su di me ma anche su Emanuele a terra, con calci e pugni. Provo a reagire. Non tanto per proteggermi. Ma per proteggere lui».

Lo zio di Emanuele parla di quegli attimi terribili vissuti dal giovane dicendo che si è trattato di una vera e propria esecuzione, dal momento che gli hanno anche sputato addosso, dopo le botte e i pugni. Lo zio, finora, è l’unico che è riuscito a dire qualcosa e cerca, per quanto possibile di proteggere la famiglia e di tenerla al riparo da tv, interviste e quant’altro.