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Piacenza: la città più infestata di Italia. Luoghi e zone da vedere

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Piacenza si può considerare una delle più infestate o forse la città più infestata d'Italia. Vediamone alcuni luoghi limitrofi da visitare nella Val Trebbia. A Bobbio è situata l’Abbazia medievale di San Colombano, i cui misteri sembrano essere preannunciati dall’iscrizione dell’ingre...

Piacenza si può considerare una delle più infestate o forse la città più infestata d’Italia. Vediamone alcuni luoghi limitrofi da visitare nella Val Trebbia. A Bobbio è situata l’Abbazia medievale di San Colombano, i cui misteri sembrano essere preannunciati dall’iscrizione dell’ingresso: “Terribilis locus iste”, “Questo luogo è terribile” o comunque “incute rispetto”. Ebbene, si dice che nei sotterranei vi siano presenze paranormali: c’è addirittura un gruppo di studio che si reca in quel luogo per appurarlo.

Qui c’è anche il Castello Malaspina Dal Verme, dei primi del ‘300: sulle sue mura si aggirerebbero spettri di sventurati che furono da lì gettati nelle segrete del “Pozzo dei Coltelli”, ormai chiuso. I “condannati” potrebbero essere stati personaggi sgraditi oppure giovani rapite, tuttavia si tratterebbe di una leggenda.

Nella frazione di Piancasale, si trova invece Villa Carenzi, legata alla vicenda di bambini morti sotto un bombardamento durante la Seconda Guerra Mondiale: in questo luogo si udirebbero ancora i loro pianti, ma non vi sono riscontri.

Spostiamoci ora nel Castello di Rivalta, a Gazzola: sarebbe abitato dai fantasmi dei Conti Landi, vissuti nel ‘300 e vittime di morte violenta per impossessarsi della loro dimora e dei loro beni. Nel castello sarebbe stato ucciso anche un cuoco, Giuseppe, che avrebbe insidiato la moglie del maggiordomo. Inoltre si udirebbero gemiti e lamenti di chi fu effettivamente scaraventato giù dalle torre del castello per finire in un “pozzo del taglio”.

Sempre a Gazzola e in zona, abbiamo i castelli di Rezzanello e di Momeliano. Il primo esisteva già nel 1001: si dice che, quando degli ospiti di durante feste e banchetti si comportavano in modo sconsiderato, dai muri arrivasse un vento gelido; vicino al secondo maniero, c’è la casa canonica della chiesa di San Eustorgio Vescovo, dove in passato sarebbero stati uditi “colpi” che si interrompevano solo durante la messa. Nella stessa località c’è anche una casa abbandonata nella quale, nella seconda metà dell’ ‘800, in piena notte, sembrava di udire strani rumori, come di qualcuno che stava lavando i piatti, anche se l’edificio era disabitato.

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