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Pietro Savastano: la storia del personaggio di Gomorra

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La storia di Don Pietro Savastano e le vicende che circondano la serie "Gomorra", ormai arrivata ala terza stagione tra mille colpi di scena

Pietro Savastano, uno degli indiscussi protagonisti di Gomorra– La serie, suggella la seconda stagione con un colpo di scena a cui noi spettatori eravamo già da tempo preparati: il boss dello spaccio napoletano abbandona il suo impero di Secondigliano dopo essere stato freddato da Ciro di Marzio, proprio colui che, tempo addietro, era stato designato come possibile successore dei Savastano.

Pietro Savastano

Figura affascinante quella di Don Pietro, complessa e a tratti ambigua, che ha saputo tenerci col fiato sospeso fino alla fine. Emblema di una nuova strategia del “fare camorra”, dove ogni mezzo è lecito al boss, che assume quasi le sembianze di un business-man (così ne parla il talentuoso interprete Fortunato Cerlino), non si può non rimanere ammaliati dall’evoluzione che il personaggio subisce nel corso delle puntate: inizialmente despota incontrastato di Secondigliano, rivela fin da subito la lucida spietatezza di un carattere che non retrocede di fronte a nulla.

È deciso a vendicarsi su Salvatore Conte per essersi affiliato ad un clan di spaccio avverso a quello dei Savastano; non si fa scrupoli ad ammazzare uno dei suoi fedelissimi sospettato di tradimento, ma in realtà innocente. Per un attimo, il boss sembra essere affetto da una tormentata paranoia, emerge velatamente un accenno di debolezza, smentito, in seguito, dalle ribellioni che riuscirà ad organizzare nel carcere di Poggioreale, dove sarà il direttore stesso a divenire il suo nuovo bersaglio.

I savastano

Ma la storia di Don Pietro è anche quella di una famiglia lacerata da un contrasto insanabile: la moglie Imma, astuta e crudele come il marito, fedelissima e incrollabile complice, ostacola fin dall’inizio la possibilità di identificare in Genni il successore del padre. E sarà proprio quel figlio, relegato ai margini delle macchinazioni criminali perché ritenuto troppo immaturo e non degno del titolo di erede, a segnare le sorti dei Savastano nella seconda stagione.

Don Pietro, che avevamo visto via via deperire e perdere terreno al termine del primo capitolo, ricompare ora più fulgido e assetato che mai di potere: tornato a Napoli, dopo un periodo di latitanza in Germania, medita la vendetta più atroce nei confronti di coloro che hanno osato spartirsi il patrimonio dell’impero dei Savastano durante l’assenza del boss; l’uccisione di donna Imma accende un odio ancora più spietato, che Don Pietro riversa su Ciro di Marzio, ex braccio destro ormai passato dalla parte del nemico.

Ma il boss non accetta compromessi. Trama l’assassinio di Maria Rita, la figlioletta di Ciro. Nemmeno Genni può perdonare al padre una simile efferatezza: l’inimicizia tra i due diventa ormai inossidabile. E sarà il figlio stesso, forte della complicità con Ciro, a tendere l’agguato al padre: Don Pietro cadrà esanime proprio davanti alla tomba della moglie, lasciando una sensazione un po’ di amarezza e al contempo di approvazione in noi spettatori. Una specie di incertezza, ora che la superbia del sovrano è stata definitivamente vendicata: attendiamo che sia la terza stagione a svelare tutti quei segreti che Don Pietro non ha ancora fatto in tempo a rivelarci.