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Pil, Padoan: "I dati certificano che la crescita c'è"

pil 1861 2015

La dichiarazione sul Pil a margine dell'ultimo bollettino Istat Padoan continua a mostrarsi ottimista sulla situazione italiana LE PAROLE - "L'economia nel 2016 si è rafforzata e questo dimostra che la marcia del governo sta andando nella giusta direzione. Indubbiamente preferivo un decimale in ...

La dichiarazione sul Pil a margine dell’ultimo bollettino Istat

Padoan continua a mostrarsi ottimista sulla situazione italiana

LE PAROLE – “L’economia nel 2016 si è rafforzata e questo dimostra che la marcia del governo sta andando nella giusta direzione. Indubbiamente preferivo un decimale in più ad uno in meno del Pil ma tutto sommato non posso che essere soddisfatto” . Parole e musica del ministro dell’economia, Padoan, a margine della presentazione degli ultimi dati Istat riguardo la disoccupazione e le stime di crescita per il futuro.”

I numeri sul Pil della macroeconomia – continua Padoan- sono molto vicini a quelli che il governo prevedeva e quelli delle finanze pubbliche sono coincidono perfettamente. Questo vuol dire che il governo usa serietà e rigore dimostrati nelle previsioni. Il balletto dei dati si sta concludendo e si sta concludendo da dove siamo partiti”.

Alle parole di Padoan fanno eco quelle di Poletti e di Renzi che parlano di dati indicativi sulla futura ripresa del governo

I DATI – Tra le cifre dell’Istat, oltre quelle commentate da Padoan, ce ne sono altre, che fanno ben sperare ma che in ogni caso si prestano a diverse interpretazioni. Crescono, anche se di poco, investimenti, consumi, spesa delle famiglie, e il rapporto deficit/Pil è a livelli più sereni e confortanti. I volumi di consumo sono saliti soprattutto nel settore dei trasporti (5,5%), dell’istruzione (2,7%) e per attività ricreative e cultura (2,4%); la componente peggiore è invece quella della spesa per beni e servizi vari (-1,5%). Ma il tutto sembra risultare frutto più di misure straordinarie, come la grossa immissione di denaro fatta dalla BCE qualche tempo fa, e dall’altra i tempi duri sembrano ben lungi dal finire, con il crollo del prezzo del petrolio e la questione sociale dei migranti che sta portando alla sospensione del trattato di Schengen in diverse parti d’Europa