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Pillole per la felicità e libertà: la scienza si interroga

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Sono numerosi, ormai, gli strumenti chimici o le stimolazioni magnetiche che ci consentono di ritoccare l'umore piuttosto che i comportamenti o la visione delle cose. Dall'ossitocina agli antiserotoninergici passando per pillole quali il Ritalin, che consente di aumentare la concentrazione, è p...

Sono numerosi, ormai, gli strumenti chimici o le stimolazioni magnetiche che ci consentono di ritoccare l’umore piuttosto che i comportamenti o la visione delle cose.

Dall’ossitocina agli antiserotoninergici passando per pillole quali il Ritalin, che consente di aumentare la concentrazione, è possibile fruire di “aiutini” che possono tuttavia modificare la natura umana.

Sono molte, infatti, le domande che si pongono a tal proposito studiosi e bioetici come John Harris dell’università di Manchester, secondo cui “è prioritario che l’uomo conservi la libertà di scegliere”.

Il nodo è infatti proprio questo: quant’è corretto sfruttare i progressi scientifici per migliorare la qualità della vita dell’uomo se poi questi vanno ad influire sul suo libero arbitrio?

Per Ingmar Person e Julian Savulescu dell’università di Oxford l’utilizzo della chimica è inevitabile perché “l’evoluzione non ci ha fatto sviluppare una psicologia in grado di gestire i dilemmi morali che i nuovi poteri comportano”. Per sopravvivere, dunque, secondo i due studiosi, è necessario un potenziamento morale atto a consentire la sopravvivenza dell’uomo dinnanzi a catastrofi naturali o ambientali.

E la libertà di scelta dove va a finire? Il dibattito rimane molto acceso.