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Pilot, gli auricolari per la traduzione automatica istantanea 

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Si chiamano Pilot e non sono altro che dei normali auricolari da smartphone. Proprio normali no, in realtà: pare possano sconfiggere il castigo divino. Sono le cuffie che funzionano da traduttore universale istantaneo. Una novità che sarà presentata in via ufficiale proprio in questi giorni a Ba...

Si chiamano Pilot e non sono altro che dei normali auricolari da smartphone. Proprio normali no, in realtà: pare possano sconfiggere il castigo divino.

Sono le cuffie che funzionano da traduttore universale istantaneo. Una novità che sarà presentata in via ufficiale proprio in questi giorni a Barcellona.

Questa settimana a Barcellona ci sarà il Mobile World Congress, il più importante evento mondiale dedicato al mondo della telefonia mobile. Un appuntamento che, in generale, è imperdibile per tutti gli amanti del settore (e sono moltissimi, senza considerare che ad essere interessati, in realtà, siamo proprio tutti), ma che quest’anno promette di demolire niente meno che una punizione divina.

L’invenzione che sfida il castigo divino

Nella fattispecie, la punizione divina è quella che, secondo la Bibbia, colpì l’umanità intenta a costruire la Torre di Babele, che sarebbe dovuta essere così alta da raggiungere niente meno che Dio. Quest’ultimo non gradì la tracotanza umana e stabilì che mai più gli uomini avrebbero parlato un solo linguaggio. In questo modo, i lavori per la costruzione della torre divennero ingestibili: Dio aveva inventato le lingue, insomma, e gli uomini non riuscivano più a comunicare fra di loro.

Come funzionano gli auricolari Pilot

A Barcellona, questa settimana, saranno presentati degli auricolari che promettono di risolvere il problema. Si chiamano Pilot e, secondo le attuali indiscrezioni, se indossate da due persone che parlano lingue diverse, si occupano istantaneamente della traduzione, consentendo una comunicazione affidabile e corretta. A inventarli la startup americana Waverty, sei persone con uffici in un ambiente co-working di New York. A capo dell’azienda il 34enne figlio di immigrati messicani Andrew Ochoa, con buona pace – viene proprio da dirlo – del presidente Trump.

Il Bable Fish della Guida galattica per gli autostoppisti

Che le cuffie funzionino davvero è qualcosa che si scoprirà a breve. Nel caso, si tratterà di qualcosa di straordinario, molto simile al pescetto immaginato da Douglas Adams nella “Guida galattica per gli autostoppisti” (si chiamava, appunto, Pesce di Babele e poteva essere inserito in un orecchio, consentendo di comprendere qualunque linguaggio: era il 1979). L’istinto suggerisce di sperare che sia proprio così. Ma una parte del cervello non può che sentirsi un po’ turbata: ma se tutto quello che è stato immaginato nei libri di fantascienza finisce per avverarsi, siamo proprio sicuri che c’è da stare tranquilli?