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Pordenone, 79enne uccide marito e poi si suicida

Pordenone, 79enne uccide marito e poi si suicida

A Roveredo in Piano (Pordenone) un'anziana donna di 79 anni ha prima ucciso il marito 86enne e poi si è tolta la vita soffocandosi con un sacchetto di plastica.

Nessuno sa davvero cosa possa essere passato per la testa dell’anziana 79enne che, improvvisamente, ha deciso di uccidere il marito 86enne all’interno della loro camera da letto, nell’abitazione di Roveredo in Piano (Pordenone) nella quale risiedevano. La donna ha colpito più volte il coniuge alla testa con violenza servendosi della lampada del comodino, fino a lasciarlo privo di vita. Poi si è suicidata.

I cadaveri di moglie e marito scoperti dalla figlia della coppia

A scoprire i cadaveri dei Giuseppina Redivo e del marito Roberto è stata la figlia Maria Grazia, che come ogni giorno si era recata a casa dei genitori per far loro visita. Allarmata dal fatto che nessuno rispondesse al campanello, la donna ha aperto la porta con le chiavi. Al suo ingresso nell’abitazione di via Carducci n. 20, ha visto il padre che giaceva sul letto della cameretta con la testa fracassata, mentre la madre, nella stanza accanto, quella matrimoniale, aveva il capo inserito all’interno di un sacchetto di plastica, che aveva usato per soffocarsi. La figlia della coppia ha trovato all’interno dell’abitazione anche gli abiti per il funerale, che la madre si era premurata di lasciare ben piegati e a portata di mano, e i documenti necessari per le pratiche burocratiche.

Il gesto spiegato in una lettera

Stando alle notizie che sono fin qui filtrate, pare che la 79enne abbia spiegato le ragioni dell’omicidio del marito e del suo suicidio in una lettera, che sarebbe stata rinvenuta in casa. Nel testo anche la richiesta di scuse ai figli per l’accaduto. Dietro l’omicidio-suicidio ci sarebbe l’esasperazione della signora Giuseppina, stremata dalla malattia del marito, che da un anno era costretto a letto in seguito a una caduta dalla quale non si era ripreso, e dalle sue stesse precarie condizioni di salute. Gli inquirenti ritengono che si sia trattato di un gesto premeditato, vista la presenza della lettera, dei documenti e degli abiti per le esequie.