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Quali sono i valori normali della PCR?

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La PCR, ovvero la Proteina C-reattiva, è una proteina prodotta dal fegato il cui aumento è legato alla presenza di uno stato infiammatorio, la cui sintetizzazione avviene in risposta agli stimoli rilasciati dalle cellule del tessuto adiposo. La concentrazione di PCR può essere rilevata attrave...

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La PCR, ovvero la Proteina C-reattiva, è una proteina prodotta dal fegato il cui aumento è legato alla presenza di uno stato infiammatorio, la cui sintetizzazione avviene in risposta agli stimoli rilasciati dalle cellule del tessuto adiposo.

La concentrazione di PCR può essere rilevata attraverso un esame del sangue, e di norma si misura in milligrammi per litro (mg/l): tale esame non consente di localizzare la zona infiammata, dunque non è valido ai fini di una diagnosi, ma è molto utile per monitorare eventuali stati infiammatori e procedere ad esami più approfonditi. Un’alta concentrazione di PCR potrebbe ad esempio indicare una grave infezione batterica, un’infezione fungina, una malattia infiammatoria pelvica: in questo caso, tali valori aumentano entro 4-8 ore dalla comparsa del processo infiammatorio, e raggiungono il picco entro 2-3 giorni. L’esame della PCR consente, inoltre, di monitorare i pazienti affetti da stati infiammatori cronici, per avere conferma dell’efficacia del trattamento.

I valori PCR solitamente si attestano, nei pazienti sani, sui 5-6 mg/l, che lentamente si alzano col passare degli anni. Valori superiori agli 8 mg/l sono invece presi in considerazione dai medici come sintomo di una grave infiammazione (come l’artrite rematoide o il lupus eritematoso sistemico), infezione o disturbi a carico del cuore, sebbene non siano rari i casi di pazienti sani con un livello di PCR sui 10 mg/l. Alti livelli di PCR possono anche essere collegati al Diabete di tipo II, all’obesità e ad uno stile di vita sedentario. Pur non essendo il PCR un indicatore di alcuna malattia specifica, secondo l’American Heart Association il monitoraggio di tali valori è utile per calcolare il rischio di un attacco di cuore entro i prossimi 10 anni. Vediamone i valori:

– 1 mg/l: rischio cardiaco minimo, non sono presenti infiammazioni.

– da 1 a 3 mg/l: rischio cardiaco medio, non sono presenti infiammazioni.

– da 4 a 8 mg/l: rischio cardiaco alto, potrebbero presenti infiammazioni.

– da 8 mg/l in su: sono presenti infiammazioni.

Non esistendo una scala di valori definitiva, occorre sottolineare come tali valori della PCR potrebbero alzarsi in base ad altri fattori come ipertensione, fumo, vita sedentaria e gravidanza in età avanzata.