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Quindicenne violentata dal branco: "Lascio l'Italia"

15enne violentata

Si conclude così il calvario della quindicenne che l'anno scorso a Pimonte (NA) era stata vittima di stupro da parte di un branco di dodici coetanei, tra cui il fidanzato.

La 15enne violentata l’anno scorso a Pimonte lascia l’Italia

15 anni, una terribile violenza subita, i pregiudizi e le chiacchiere di una piccola comunità. E infine la decisione: «Lascio l’Italia». Si conclude così il calvario della quindicenne violentata l’anno scorso a Pimonte, in provincia di Napoli. Lo stupro era avvenuto da parte di un branco di dodici coetanei, tra cui il fidanzato. A rendere nota la decisione della ragazza e della sua famiglia è stato il garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Campania Cesare Romano: «Circa un anno fa la comunità di Pimonte è stata sconvolta dalla terribile vicenda. Sono costretto a constatare che non si è fatto abbastanza per assicurare protezione alla giovane: lo scherno e l’esclusione sociale che la ragazza ha dovuto subire hanno aggravato il suo disagio psicologico, al punto che la famiglia ha deciso di abbandonare il paese».

Violenza sessuale, bullismo e minacce

Questa inquietante vicenda di violenza e bullismo, avvenuta nel luglio 2016, aveva sconvolto non poco il piccolo centro campano. Secondo quanto dichiarato dalla vittima al pm, che l’aveva interrogata con il supporto di una psicologa, la quindicenne era stata condotta dal fidanzato coetaneo in un luogo appartato: qui i due avevano consumato un rapporto sessuale, da lui filmato di nascosto con il cellulare. In seguito, il ragazzo ha costretto la compagna a fare sesso con altri undici dei suoi amici, sotto la minaccia di diffondere via Whatsapp il video precedentemente girato. Ingannata e minacciata, la ragazza è stata violentata da un branco composto da soli minorenni: il più giovane dei componenti ha appena 14 anni. Tale minaccia è stata riproposta in più occasioni: nel corso delle successive violenze, infatti, il gruppo ha continuato a girare video e a diffonderli attraverso i social network.

Le indagini hanno confermato quanto dichiarato dalla ragazza. Gli inquirenti sono riusciti a individuare i colpevoli e a incriminarli. Tra loro ci sono i figli di due pregiudicati, legati alla criminalità locale. Dei dodici ragazzi accusati, undici di loro sono stati affidati a una comunità di recupero, dove hanno frequentato attività di volontariato e seguito un percorso di recupero psicologico. Per il più giovane, il quattordicenne, la procedura è più complessa. Tutti i colpevoli hanno continuato ad andare a scuola e a lavorare a Pimonte.

Garante per l’infanzia denuncia le istituzioni e l’intera comunità

Nonostante la cittadinanza di Pimonte sia stata sconvolta dal grave accaduto, non sono mancate le solite insopportabili voci che hanno commentato che la ragazza tuttavia «se l’era andata a cercare». Nella sua nota il garante ha denunciato non solo l’insensibilità delle istituzioni, ma anche dell’intera comunità, colpevoli secondo lui di non aver offerto la giusta assistenza alla vittima. «Questo è il modello per i nostri giovani? Questa la giustizia? Questa la protezione?» si domanda Cesare Romano nella sua nota. Della ragazza si sa solo che tornerà a vivere in Germania con la sua famiglia. «Forse potranno finalmente riacquistare la tranquillità di cui hanno bisogno» ha concluso il garante.