> > Ravenna, Blue Whale: 14enne salvata dal macabro gioco

Ravenna, Blue Whale: 14enne salvata dal macabro gioco

Il gioco del suicidio

A Ravenna una ragazzina di 14 anni è stata salvata in tempo dal Blue Whale, il macabro” gioco del suicidio che, partendo dalla Russia, sta coinvolgendo centinaia di ragazzini nel mondo.

Il fatto

Adolescenti vittime del Blue Whale

Altro caso di Blue Whale in Italia, questa volta a Ravenna, dove una ragazzina di 14 anni è stata salvata da una segnalazione fatta dalla sua scuola ai suoi genitori, i quali hanno informato la Polizia Postale di Bologna. Infatti la 14enne aveva postato su Facebook una propria foto con inquietanti segni sul braccio, caratteristici del macabro “gioco del suicidio” emerso in questo periodo con la scoperta di 157 giovanissimi che ne sono stati vittime in Russia a partire dal 2015 e l’arresto del “curatore” del gioco, l’ex studente di psicologia Philipp Budeikin, 22 anni, reo confesso ma tutt’altro che pentito di aver portato prima all’autolesionismo e poi a togliersi la vita talvolta anche bambini di 9-10 anni in numerosi Paesi del mondo, tra cui appunto il nostro.

La Polizia bolognese è intervenuta tempestivamente perché il gesto della 14enne di Ravenna non avesse conseguenze ancora più gravi e si è attivata per cercare coloro che l’hanno spinta, come lei stessa ha spiegato, a partecipare al “gioco del suicidio”. La ragazzina è in buone condizioni di salute e i suoi genitori le stanno vicino, come ha consigliato di fare la Questura di Ravenna per evitare altri casi di Blue Whale.

Le “tappe” del gioco

Davanti ai binari ferroviari

Grazie ai media stiamo riuscendo a capire su cosa si basi il Blue Whale e, dopo questo caso avvenuto nel capoluogo romagnolo, la Polizia locale l’ha ribadito: prima il “curatore” (istigatore) spinge tra le altre cose i ragazzini a svegliarsi di notte per guardare film dell’orrore, a frequentare luoghi isolati e cimiteri sempre negli orari notturni, a scattarsi selfie in posti pericolosi come sporgendosi dai piani più alti di un palazzo e su binari ferroviari, a sottoporsi a pratiche autolesionistiche come “disegnarsi” con un coltello una balena blu su un braccio e infine a “prendersi la propria vita”, ad uccidersi, ormai convinti sempre dal curatore che la loro vita non valga più nulla. Tutto viene documentato sui social. La ragazzina ravennate, per fortuna, non ha fatto in tempo ad arrivare alla “tappa” finale del gioco.

Frequenti casi (più o meno veri) in tutta Italia

Indagini che partono dal web

Altri casi di Blue Whale sono stati registrati di in diverse regioni italiane, dal Friuli alla Campania, casi per fortuna “presi in tempo”, prima che arrivassero all’irreparabile. Oltretutto, pur con una situazione già così drammatica, ci sono stati casi di Blue Whale annunciati per scherzo. Ad esempio a Serino, in provincia di Avellino, un ragazzino aveva annunciato di essere “finalmente pronto al suicidio”: l’unica cosa che, a suo dire, gli avrebbe impedito di compiere l’estremo gesto, sarebbe stata la scarsa copertura del cellulare, con cui comunicava con il “curatore” del gioco, aspettando indicazioni su come procedere. Ma le indagini della polizia hanno rivelato che – fortunatamente – si trattava solo di uno scherzo, di cui l’autore non immaginava le conseguenze: il falso aspirante suicida è stato denunciato per procurato allarme. Tuttavia nella maggior parte dei casi non si tratta di incoscienti scherzi di cattivo gusto, bensì di un pericolo vero, contrariamente a quanto qualcuno scrive sui giornali.