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Recensione film "Quo Vado?"

Recensione film "Quo Vado?"

Quo Vado: un Checco Zalone non proprio brillantissimo ma sempre intelligente Non è che si rida poi tantissimo nella nuova fatica cinematografica del Checco (ormai) nazionale ma è sempre un piacere andarlo a vedere. In confronto alla grande quantità di comici e supercomici in circolazione sul ...

Quo Vado: un Checco Zalone non proprio brillantissimo ma sempre intelligente

Non è che si rida poi tantissimo nella nuova fatica cinematografica del Checco (ormai) nazionale ma è sempre un piacere andarlo a vedere.

In confronto alla grande quantità di comici e supercomici in circolazione sul mercato, lui ha sempre “una marcia in più”. La sua vis polemica, le sue battute, così come i protagonisti dei suoi film, sono indubbiamente unici, così come quel contestare tutto e tutti senza mai offendere veramente nessuno, che si addice alla satira quando è ben fatta e non supera il limite.

Stavolta il nostro eroe in Quo Vado prende di mira la pubblica amministrazione, il “posto fisso”, croce e delizia dell’attuale Repubblica. Il protagonista, che una spietata nonché affascinate tagliatrice di teste (interpretata da un’efficacissima Sonia Bergamasco, per la prima volta in un film comico) vorrebbe costringere a licenziarsi accettando la buona uscita, decide di non arrendersi all’evidenza del destino che lo vede perdente rispetto a chi può contare sulle varie “disabilità familiari” che danno vantaggi nella graduatoria della mobilità, accettando di essere trasferito nei posti più estremi pur di tenersi stretto il “posto fisso”, al quale, come ama ripetere il senatore che lo ha “sistemato” (un eccezionale Lino Banfi), non si rinuncia mai.

Nel tentativo di farlo crollare, dopo svariate peripezie, viene spedito fino al Polo Nord ma il nostro indistruttibile, riesce a resistere persino lì, innamorandosi della bella e disinibita ricercatrice a cui deve fare da assistente, in barba al freddo e agli orsi polari. Da lì, ha inizio la sua crescita personale, che lo porterà a maturare e a staccarsi definitivamente dai genitori, con cui ancora vive in Italia, imparando a stirarsi le camicie da solo e ad essere responsabile (si fa per dire).

Il film si lascia vedere, scorre via fra battute e siparietti godibilissimi. Da menzionare due/tre scene significative come quella del tedesco nudo, che appare a colazione, offrendo un gigantesco primo in piano in del suo didietro, e poi la coppia memorabile di genitori Micheli/Modugno, che trasuda un umorismo da oscar.

Checco è meno graffiante, meno pungente del solito (vuoi vedere che a breve, cambia tutto, e si butta sul cinema impegnato?) e sotto certi aspetti più “riflessivo” ma è sempre intelligente nonchè inimitabile nel suo genere.

Jole De Castro