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Recensione fiction Il Paradiso delle Signore

Recensione fiction Il Paradiso delle Signore

Interessante debutto a metà fra VELVET e MR.SELFRIDGE Ha preso definitivamente il via la fiction nostrana, ispirata agli anni cinquanta e all'omonimo romanzo di Emile Zola, diretta da Monica Vullo. E' la storia di Teresa Iorio, giovane ed intraprendente ragazza che dopo il tradimento del fidanz...

Interessante debutto a metà fra VELVET e MR.SELFRIDGE

Ha preso definitivamente il via la fiction nostrana, ispirata agli anni cinquanta e all’omonimo romanzo di Emile Zola, diretta da Monica Vullo.
E’ la storia di Teresa Iorio, giovane ed intraprendente ragazza che dopo il tradimento del fidanzato decide di lasciare il suo paese di origine in Sicilia, per raggiungere Milano e suo zio Vincenzo che lì ha aperto un negozio di abbigliamento.
Nella grande città, grazie alla sua avvenenza ed al suo coraggio, inizierà lentamente una nuova vita, finendo con il trovare lavoro proprio nell’elegante boutique che ha causato la rovina dello zio, surclassato da quest’ultima attività ben più rinomata ed esclusiva.
Giusy Buscemi, al suo esordio televisivo, appare molto fresca e naturale, anche se ancora un pò acerba nella recitazione, e riesce a rendere bene l’immagine della ragazza venuta dal basso, che sogna di cambiare vita, superando l’arretratezza e le ristrettezze della sua terra d’origine. Nel complesso, la vicenda, oltre al consueto feuilleton, si propone di offrire uno spaccato dell’epoca, dai costumi, alle canzoni (azzeccatissimi i motivetti di sottofondo), alla mentalità, ripercorrendo il tema dell’emigrazione e la dialettica nord/sud, inserita in quello che dovrebbe essere il periodo di massima creatività per l’industria italiana.
Le storie dei protagonisti si intersecano le une con le altre, mescolandosi drammi e problematiche di ricchi e poveri, alta e bassa società, secondo uno schema già sperimentato altrove, fra amori che nascono o che anche solamente si intuiscono, e non senza qualche riferimento al ruolo della mafia dell’epoca, ai giochi di interessi, e all’avvento del capitalismo.
Le prove attoriali sono tutte eccellenti, prevalendo su tutti quell’ottimo Cristiano Caccamo, già notato in Questo è il mio Paese, che con la profondità del suo sguardo riesce sempre a farci emozionare, ricordando un po’ per la spontaneità della recitazione il Riccardo Scamarcio degli esordi e per la bellezza un giovanissimo Johnny Depp, pirata dal cuore tenero, destinato sicuramente a crescere nel tempo, nei ruoli come nella recitazione. Per non dire del sempre bravo Giuseppe Zeno, perfetto nel ruolo dell’inappuntabile Dott. Mori, dell’incredibile Christiane Filangeri, qui nell’insolito ruolo di arcigna zitella, di Corrado Tedeschi, Alessia Giuliani, Antonio Milo e tutti gli altri.
Aspettiamo, dunque, gli sviluppi di questo nuovo prodotto italiano, che se pur strizza l’occhio a serie tv già viste, quali, in primo luogo, la spagnola Velvet nonché la britannica Mr. Selfridge, riesce tuttavia a metterci del suo e a trasportarci in un mondo passato e nostalgico, che riesce comunque a farci sognare.

Jole de Castro