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Referendum 4 Dicembre 2016: cosa si vota

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Il prossimo 4 dicembre gli elettori italiani saranno chiamati a esprimere il loro voto per il referendum costituzionale. Ecco su cosa si vota. Il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre è al centro del dibattito politico nel nostro paese. Si voterà per cambiare in modo radicale il nostr...

Il prossimo 4 dicembre gli elettori italiani saranno chiamati a esprimere il loro voto per il referendum costituzionale. Ecco su cosa si vota.

Il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre è al centro del dibattito politico nel nostro paese. Si voterà per cambiare in modo radicale il nostro sistema parlamentare, abbandonando il bicameralismo perfetto. Si tratta dell’aspetto più importante del progetto di riforma sostenuto dal governo presieduto da Matteo Renzi.

L’abolizione del bicameralismo perfetto

Il referendum propone l’abolizione del Senato e la trasformazione dello stesso in un Senato delle Regioni. I componenti passerebbero da 315, quanti sono al momento, a 100 e non sarebbero più eletti dalla popolazione, ma scelti dai consigli regionali secondo un sistema proporzionale (95 su 100) e nominati dal presidente della Repubblica (i rimanenti 5). L’iter legislativo ordinario non passerebbe più dal Senato, al quale spetterebbe la semplice facoltà di proporre emendamenti ai disegni di legge, senza obbligo per la Camera di accoglierli. Solo su specifici temi (quali le modifiche costituzionali o l’approvazione di trattati europei, ad esempio) si manterrebbe l’attuale bicameralismo perfetto.

Elezione del presidente della Repubblica, abolizione del CNEL, nuove competenze Stato – Regioni, nuovi quorum per i referendum

Fra le modifiche ci sarebbero anche quelle relative alle modalità di elezione del presidente della Repubblica. La procedura prevedrebbe comunque una seduta comune delle camere, ma la soglia di maggioranza passerebbe a due terzi fino al quarto scrutino, poi diventerebbe di tre quinti. Il referendum propone anche l’abolizione del CNEL, il Consiglio Nazionale per l’Economia e il Lavoro, composto al momento da 64 consiglieri e con facoltà di proporre disegni di legge e funzione consultiva in materia di legislazione sul lavoro e sull’economia.

Fondamentale, nell’ambito del progetto di riforme, è la sottrazione alle Regioni di alcune specifiche competenze in materia di ambiente, gestione delle reti di trasporto, politica del lavoro e settore energetico. In tutti questi casi la competenza passerebbe allo Stato in via esclusiva.

Al referendum del 4 dicembre si voterà anche per cambiare la regolamentazione relativa proprio ai referendum. Per proporre una consultazione popolare occorreranno 150 mila firme (rispetto alle attuali 50 mila). Per i referendum abrogativi con meno di 800 mila firme il quorum non cambierebbe rispetto all’attuale (cioè il 50% più uno degli elettori). Al di sotto delle 800 mila firme, il quorum si modificherebbe nel 50% più uno dei votanti delle più recenti elezioni politiche.

Nello specifico, il referendum del 4 dicembre non è abrogativo, quindi per la vittoria sarà sufficiente il 50% più uno dei votanti, senza necessità di raggiungere alcun quorum.