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Referendum Catalogna, governo di Madrid invia rinforzi di polizia

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In attesa della convalida del referendum sull'indipendenza catalana, il governo spagnolo invia rinforzi di polizia sul posto. Si avverte la tensione nell'aria mentre continuano le manifestazioni contro le carcerazioni dei dirigenti dell'amministrazione catalana.

Rinforzi contro i manifestanti in Catalogna

Il ministro dell’Interno spagnolo Juan Zoido, informando il governo di Barcellona, ha inviato rinforzi di agenti di polizia in Catalogna per controllare la folla e mantenere l’ordine, in vista del referendum di indipendenza del 1 Ottobre, attualmente sospeso dalla corte costituzionale.

4000 agenti attesi

I principali giornali spagnoli dichiarono che sono attesi alla manifestazione circa 4mila agenti di polizia, ch si uniranno ai già 5mila presenti di stanza nella Catalogna, insieme ai 17mila poliziotti Mossos d’Esquadra. Una situazione dal probabile esito drammatico a cui gli agenti dovranno far fronte, incaricati di sorvegliare lo spazio pubblico e mantenere l’ordine. Naturalmente essi agiranno solo se e quando verrà confermato il referendum legale dalla corte costituzionale.

Traghetti per i poliziotti

Una fonte nella prefettura della Catalogna fa trapelare che per ospitare i poliziotti, il governo spagnolo ha noleggiato tre traghetti che sono giunti nei porti di Barcellona e Tarragona. Qui vi alloggeranno tutti gli agenti di polizia e persino quelli della guardia civile. Queste navi, che possono contenere fino a 6600 passeggeri, rimarrano in Catalogna fino al giorno 3 ottobre. Il ministero dell’Interno ha inoltre precisato, durante un suo comunicato, di aver sospeso i permessi degli agenti e delle guardie al fine di rispettare la decisione della Corte costituzionale di sospendere il Referendum, considerato illegale.

Una continua manifestazione

Nonostante ciò, dopo la manifestazione di Barcellona dove erano presenti ben 30mila persone, sono ancora centinaia le persone riunite davanti alla sede di Giustizia a Barcellona che protestano per la carcerazione dei sei alti funzionari catalani arrestati lo scorso mercoledì, durante un blitz effettuato dalla Guardia civile, tuttora detenuti senza una valida motivazione. Il Tribunale durante la notte, è stato presidiato da ben 300 indipendentisti e persino la presidente del Parlamento catalano, Carme Forcadell, si è unita alle proteste.

I manifestanti denunciati

A seguito di tali eventi, la procura dello Stato spagnolo ha provveduto a denunciare per sedizione i quasi 40mila manifestanti, che mercoledì scorso, davanti alla sede del ministero dell’Economia di Barcellona, hanno protestato contro il blitz della Guardia civile, e ad arrestare 14 dirigenti facenti parte dell’amministrazione catalana.

La difesa catalana

Per tamponare la situazione e le restrizioni indette dal governo centrale, le autorità catalane hanno provveduto a rimuovere dall’incarico il segretario generale all’Economia, Josep Maria Jove’, uno dei 14 dirigenti arrestati dalla Guardia Civile lo scorso 20 settembre. Il portavoce catalano Jordi Turull afferma che questa decisione, per quanto presa in maniera affrettata, sarebbe stata presa per proteggerlo da un’eventuale multa di circa 12mila euro al giorno, inflittagli dalla Corte costituzionale spagnola, proprio per punire la sua disobbedienza.

Un appello ai democratici di tutto il mondo

Carles Puigdemont, presidente catalano, lancia un appello ai democratici di tutto il mondo, in un articolo pubblicato sul Wall Street Journal, al fine di ricevere un appoggio dal fronte internazionale in questa perenne lotta tra libertà ed autoritarismo, affermando inoltre che la repressione messa in atto dal governo spagnolo non potrà fermare il movimento indipendentista.

UE:Antonio Tajani si schiera con la Spagna

Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, durante un’intervista a Rai Radio1, alla domanda se il referendum catalano debba tenersi oppure no ha affermato di stare dalla parte del governo spagnolo, poichè secondo lui questo referendum va contro la Costituzione spagnola e persino contro le norme catalane. A suo parere questo referendum non è paragonabile a quello verificatosi in Lombardia e in Veneto: quello riguardava l’autonomia, questo la secessione. Il presidente si augura dunque che si giunga presto ad una soluzione politica e che le due città Madrid e Barcellona ricomincino a dialogare.