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Referendum Catalogna, Rajoy decide di annullare viaggio per vertice Eu

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Il premier spagnolo Mariano Rajoy rinuncia a presenziare ad un vertice europeo che si terrà a Tallin, per seguire bene il referendum catalano.

Rinuncia di Rajoy

Mariano Rajoy, primo ministro spagnolo, ha deciso di non prendere parte al vertice europeo straordinario di Tallin riguardante il digitale. Una scelta dettata dalla necessità di seguire da vicino gli sviluppi del referendum per l’indipendenza della Catalogna. Secondo molti media spagnoli, tra cui El Pais, Mariano Rajoy è intenzionato a rimanere a Madrid, per partecipare al Consiglio dei ministri di domani, e poter apporre la firma del premier su eventuali decisioni da intraprendere in vista del voto catalano di domenica prossima.

Situazione tesa

La consultazione è ritenuta illegale da Madrid, dopo che la Corte costituzionale spagnola ne ha sospeso gli effetti. La situazione catalana è molto tesa dopo che, nei giorni scorsi, la Guardia civil spagnola ha proceduto a una serie di arresti contro molti funzionari dell’amministrazione catalana. Questi sono stati ritenuti colpevoli di aver favorito l’organizzazione del referendum. Ulteriori tensioni sembrano poi destinate a succedere anche per la preparazione fisica dei seggi in cui si voterà. Per questo motivo il politico spagnolo non vuole assentarsi da Madrid.

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Rappresentante spagnolo a Tallin

Rajoy si sarebbe già scusato con Juri Ratas, primo ministro estone, per l’assenza. La Spagna sarà comunque presente e porterà il proprio contributo alla discussione. Per l’occasione, è stato preparato un documento che verrà presentato da un rappresentante iberico, che però non risulta ancora essere stato designato.

Opposizione del governo spagnolo al referendum

Il governo spagnolo continua a opporsi decisamente al referendum per l’indipendenza catalana. La polizia regionale è stata incaricata dalla procura di recintare i seggi che i promotori dell’iniziativa di domenica 1 ottobre intendono usare per il voto. Il blocco dovrà iniziare sabato 30 settembre e durerà fino alle 21 di domenica. A nessuno sarà concesso di entrare nei locali, e non si potrà votare nel raggio di 100 metri dai seggi. Mariano Rajoy, ha affermato: “Spero si torni al buon senso e che questa storia possa terminare al più presto. Questa vicenda non porta nulla di buono ai cittadini. Dobbiamo avviare una nuova fase in cui sia centrale il dialogo”.

A cinque giorni dalla data fissata per la consultazione popolare messa al bando dal governo centrale il braccio di ferro tra gli indipendentisti catalani e il governo centrale spagnolo è sempre più chiaramente giocato sulla logistica, e sul peso dell’opinione internazionale.

“L’ordine è stato dato e sarà eseguito in tutta normalità”, ha detto un portavoce della polizia regionale, i Mossos d’Esquadra. L’atteggiamento e il concreto operato dei Mossos, che ovviamente devono rispettare la legge spagnola ma godono anche di una certa autonomia, saranno elementi chiave per la riuscita o il fallimento della sfida referendaria catalana.

Concentrandosi sui seggi, i procuratori sembrano indirizzati a seguire un piano per complicare e delegittimare il referendum. Da una decina di giorni ad oggi, i sindaci che mettono a disposizione dei locali pubblici sono stati minacciati di denunce di rilievo penale, come pure lo sono stati i direttori di università e scuole.