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Report Fmi: in Europa servono riforme più incisive, banche in difficoltà

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Riduzione dei crediti deteriorati. Secondo il Fmi, è questa la priorità da affrontare per rafforzare l'economia nell'Unione Europea. Il Fondo Monetario Internazionale ha deciso di intervenire nella discussione sulle strade da intraprendere per rafforzare l'economia nell'Euro Zona. Secondo l'isti...

Riduzione dei crediti deteriorati. Secondo il Fmi, è questa la priorità da affrontare per rafforzare l’economia nell’Unione Europea.

Il Fondo Monetario Internazionale ha deciso di intervenire nella discussione sulle strade da intraprendere per rafforzare l’economia nell’Euro Zona. Secondo l’istituto guidato da Christine Lagarde, occorre portare avanti programmi di riforma che favoriscano “il recupero degli asset” e “più facili procedure di insolvenza”. In questo modo si otterrebbero “ampi benefici”: “l’impatto netto per l’area euro dalla vendita di crediti deteriorati passerebbe da una perdita di circa 80 miliardi di euro a un guadagno di 60 miliardi di euro. Rafforzare l’efficienza operativa con una razionalizzazione delle filiali potrebbe migliorare le spese delle banche di 40 miliardi di euro”.

In Italia riforme non sufficienti. Occorre rafforzare tutto il sistema

Nel Global Financial Stability Report redatto dai tecnici del Fmi non manca un’attenzione specifica per le banche italiane. Su questo tema si afferma che “gli sforzi del governo italiano per facilitare il credito e gli acquisti di sofferenze poterebbero non essere sufficienti a ridurle nella quantità e alla velocità necessarie per rafforzare il sistema”. L’Italia si starebbe insomma muovendo sì nella giusta direzione, ma con interventi non abbastanza incisivi. In particolare, il Fmi ha voluto evidenziare la necessità di “affrontare le mancanze delle banche deboli” – è il caso di Mps – così da “assicurare la stabilità del sistema e il sostegno all’economia”.

Il problema, secondo l’analisi riportata all’interno del report, è ben rappresentato dalla riduzione, da inizio anno, di circa 430 miliardi del valore di capitalizzazione delle banche sui mercati. In un momento in cui a farla da padrone sono i bassi tassi di interesse, il Fmi parla di una vera e propria “sfida” “per mantenere e migliorare i propri ratio di capitale”. L’instabilità finanziaria non sarebbe inoltre un problema risolto, specie a medio e lungo termine, e le conseguenze sarebbero l’attendismo sui mercati e il rallentamento di ogni processo di ripresa. Senza un rafforzamento strutturale dell’economia, secondo il Fmi, un quarto delle banche di tutto il mondo rimarrebbero comunque in difficoltà, con in prima fila molti istituti di credito europei.