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Risparmio: verrà applicato lo stesso prelievo a milionari e piccoli risparmiatori

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Approvata in sordina con la manovra di fine anno e poi quasi dimenticata, la  «patrimonialina», il prelievo che verrà applicato sui rendiconti annuali di tutti gli investimenti, sta per arrivare , e con essa tutta una serie di polemiche, in quanto la misura in questione sembra essere lontanissi...

Approvata in sordina con la manovra di fine anno e poi quasi dimenticata, la «patrimonialina», il prelievo che verrà applicato sui rendiconti annuali di tutti gli investimenti, sta per arrivare , e con essa tutta una serie di polemiche, in quanto la misura in questione sembra essere lontanissima dal principio dell’equità.

Il motivo è presto spiegato: poco importa se il vostro conto corrente è quello di un milionario o se avete deciso di “investire” cinquecento euro in un fondo comune obbligazionario: per l’anno in corso pagherete al Fisco un bollo che ammonta a 34,20 euro.

patrimonialinaNon ci vuole una laurea in economia e commercio, per capire che nel caso dei 500 euro investiti nel fondo, la cifra di 34,20 euro rappresenta ben il 7% del capitale.

Una tassa che colpisce principalmente i piccoli risparmiatori, o meglio i piccoli risparmiatori che decidono di prendersi qualche piccolo rischio. Vediamo perché.

Chi non vuole prendersi rischi (a parte quello dell’inflazione) e decide di lasciare i propri risparmi sul conto corrente bancario o postale continuerà a pagare, come è sempre stato, il bollo da 34,20 euro (va però detto che, i conti con giacenza media di 5 mila euro di potranno godere dell’esenzione del bollo).

Chi invece decide di prendersi qualche rischio, scegliendo un conto di deposito, azioni, bond, fondi comuni, polizze unit linked e similari pagherà d’ora in poi una patrimoniale sul valore del suo capitale alla fine di ogni anno pari all’un per mille nel 2012 e all’1,5 per mille dal 2013 in poi. Nessuna esenzione per gli importi bassi. Su quest’ultimi l’aliquota incide in una misura chiaramente maggiore; infatti la «patrimonialina» impone un’aliquota ben più elevata dell’1 per mille a tutti gli investimenti inferiori a 34.200 euro (nel 2012) e a22.800 dal 2013 in poi, quando il prelievo salirà all’1,5 per mille.

Alberto Foà, presidente di AcomeA, sgr indipendente, fa notare: «L’80% dei clienti che hanno fondi, circa 6 milioni di persone, possiede quote per meno di a 22.800 euro. Se il piccolo azionista o fondista o acquirente di Btp non si accorgerà da solo del salasso (o non verrà avvisato da qualche consulente allo sportello) nel 2012 pagherà. E poi – dal 2013 potrebbe anche decidere, perché no, di rimettere i soldi sul conto corrente o sul Banco Posta. In caso di capitali molto ridotti, infatti, il prelievo così concepito può annullare e sovrastare eventuali rendimenti: a che pro investire? Tanto vale tornare liquidi».

Francesca