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Ritrovata Christina, la bambina rapita 3 anni fa dall'Isis

Christina

Dopo tre anni è stata finalmente ritrovata Christina, la bambina cristiana di soli 3 anni rapita dai soldati jihadisti. Ora è tornata a casa.

Il rapimento

Nel 2014 i soldati jihadisti occuparono Mosul, la Piana del Ninive e Qaraqosh, la città cristiana più importante dell’Iraq. In questa città viveva la famiglia Abada: madre, padre e cinque figli, tra cui la più piccola, Christina, di soli 3 anni. Mentre tutti in città fuggivano terrorizzati, la famiglia Abada era rallentata dalla malattia del capofamiglia e dalla sua cecità. I quattro figli più grandi si affrettarono a fuggire da soli, mentre i due genitori e la piccola Christina dovettero temporeggiare fino a tentare una fuga disperata in pullman. E’ a quel punto che i soldati dell’Isis hanno assalito il pullman e, come sfregio alla famiglia Abada che non aveva voluto pagare le tasse al loro nuovo stato, rapiscono la piccola Christina. Per anni la madre ha visitato ogni centro di accoglienza con in mano la foto di sua figlia pur di riaverla. Finalmente, a tre anni di distanza, il suo sogno si è realizzato.

Christina a Mosul

Cosa sarà successo a Christina in questi tre anni? Dalle notizie recuperate, pare che la bambina, poco dopo il rapimento, venne ritrovata piangente accanto a una moschea di Mosul. Così piccola e disperata, fu accolta nella famiglia di chi l’aveva trovata e lì ha vissuto per tre anni. A dire il vero non sono state ancora chiarite alcune dinamiche. Non si capisce, infatti, se la famiglia che in questi tre anni ha cresciuto Christina è totalmente disinteressata o è stata pagata per tutto questo tempo dagli jihadisti per mantenere in vita la bambina. L’unica traccia, infatti, che ha mantenuto viva la speranza della mamma è stata una foto della bambina in buona salute inviata dai rapitori. Ma qualunque sia stata la sua storia, l’importante è che ora la piccola Christina può tornare a casa dalla sua vera famiglia.

Il ritrovamento

Giovedì sera Elias, fratello maggiore di Christina, riceve una telefonata speciale: le forze dell’ordine irachene sono riuscite a rintracciare sua sorella e stanno per riportarla a casa. Finalmente in famiglia ritorna l’allegria. Quasi temevano di doverla cercare ancora per molti anni o, addirittura, di averla persa per sempre. La bambina ora ha sei anni e, dopo tre anni della prima infanzia vissuti in un’altra famiglia, stenta ad ambientarsi a casa sua. Christina, infatti, non riesce nemmeno a rispondere alle domande e sembra non si riconosca nella sua vecchia casa. Anche sua madre stessa è shockata dai cambiamenti che vede in sua figlia: “Non ricorda nulla, è ancora abituata a stare con la famiglia con cui viveva” Ora sta ai genitori cercare di far ritornare i ricordi della sua vita precedente a Christina. Dopo un’esperienza così traumatica è difficile tornare alla realtà, in particolar modo se a subire il trauma è una bambina negli anni di formazione e di crescita. “Ringraziamo Dio che l’ha salvata dall’Isis” ha detto il padre e in questo momento è il sentimento più forte provato da tutta la famiglia.

(Purtroppo ci sono bambini che subiscono ingiustizie anche in Italia. Vedi “Ragusa, bimbi maltrattati all’asilo. Maestre a giudizio“)