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Roma, indagato Marino per peculato e falso

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Ignazio Marino, il sindaco di Roma, che venerdi ha ritirato le dimissioni, è stato raggiunto da un avviso di garanzia, in merito ai presunti abusi sull'utilizzo della carte di credito intestata al Comune di Roma. Un atto dovuto, come ha sottolineato lo stesso primo cittadini romano, convinto che ri...

Ignazio Marino, il sindaco di Roma, che venerdi ha ritirato le dimissioni, è stato raggiunto da un avviso di garanzia, in merito ai presunti abusi sull’utilizzo della carte di credito intestata al Comune di Roma. Un atto dovuto, come ha sottolineato lo stesso primo cittadini romano, convinto che riuscirà a dimostrare la trasparenza del proprio comportamento: ‘La comunicazione delle indagini è un atto dovuto per svolgere le indagini. Io sono convinto di aver spiegato bene le mie ragioni e la mia trasparenza’.

L’avviso di garanzia porterebbe la data del 28 ottobre, e farebbe riferimento alle accuse di concorso in falso e peculato. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, nell’edizione odierna, Marino sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato, anche per quanto riguarda presunti abusi commessi dalla ‘Image Onlus‘ l’associazione fondata dallo stesso Marino, per inviare aiuti sanitari all’Honduras e al Congo.

Intanto prosegue la raccolta di firme dei consiglieri dimissionari, finalizzata a fare cadere il consiglio comunale e la giunta. Secondo le ultime indiscrezioni si sarebbe già raggiunto il numero dei 25 consiglieri utili per raggiungere l’obiettivo.

Giovedi, Marino aveva ritirato le dimissioni, che lo stesso aveva presentato il 12 ottobre, dopo le pressioni mediatiche e politiche ricevute, in conseguenza dello scandalo delle cene e dei viaggi istituzionali pagati con la carta di credito intestata al Comune di Roma.

Nella lettera resa pubblica, con la quale Marino ritirava le dimissioni, lo stesso primo cittadino ha dichiarato di ritenere il consiglio comunale, il luogo idoneo, dove aprire una crisi. ‘Ritengo – ha scritto il sindaco di Roma – che ci sia un luogo sacro per la democrazia che è l’aula, un consiglio comunale e io sono pronto a confrontarmi con la mia maggioranza per illustrare quanto fatto: le cose positive, gli errori e la visione per il futuro’.