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Room. Il mondo in una stanza visto attraverso gli occhi di un bambino

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Un film potente, “Room”, essenziale. Ha sorpreso tutti quest’anno, guadagnando ben 4 nominations agli Oscar (miglior Film, miglior regista, miglior sceneggiatura non originale, miglior attrice protagonista) e vincendo solo quella per migliore attrice protagonista, una Brie Larson davvero eccez...

Un film potente, “Room”, essenziale. Ha sorpreso tutti quest’anno, guadagnando ben 4 nominations agli Oscar (miglior Film, miglior regista, miglior sceneggiatura non originale, miglior attrice protagonista) e vincendo solo quella per migliore attrice protagonista, una Brie Larson davvero eccezionale, affiancata, tuttavia, da un altrettanto eccezionale Jacob Tremblay, protagonista maschile di soli 9 anni. Tratto dall’omonimo romanzo di Emma Donoghue, “Room” racconta la storia di Joy Newsome, una ragazza di diciassette anni rapita e poi violentata dal suo carceriere, vista tutta attraverso gli occhi e con la prospettiva di Jack, il bambino che è frutto di quella violenza, ed è cresciuto in quella prigionia.

Jack, come tutti i bambini, ha il suo mondo, le sue certezze, il suo modo di chiamare le cose, il suo punto di riferimento fondamentale, cioè la sua “Ma”. E’ tutto qui, non c’è altro, Tre metri di spazio o duecento per lui non fa nessuna differenza, si può vivere con poco e di poco, purchè ci sia la cosa fondamentale, l’amore di chi si prende cura di noi. Il resto, l’universo, i confini, le cose di fuori, non sono che una costruzione mentale. E c’è di più. Tutto può cambiare, in qualsiasi momento (e qui entra in gioco la seconda parte del film), contesto, situazioni e compagni di viaggio, basta che il centro non si sposti mai e le certezze vere non cambino. Ciò che conta è il dentro, non il fuori, il mondo, la “stanza”, rifugio ancestrale dagli affanni della vita, è dentro di noi. E’ questa la forza, il coraggio, la maturità per affrontare le cose, e in questo Jack è più avanti di sua madre, la quale senza saperlo, gli ha dato le ali per volare e una base solidissima per affrontare il futuro, qualunque esso sia.

Bellissima e struggente, questa pellicola, così densa di significati, resta in testa e nel cuore per ore, imponendosi su tutto, così come lo sguardo fisso della Larson e il suo coraggio disperato.

Jole de Castro