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Route 66: la strada storica potrebbe sparire per sempre

Route 66

La storica Route 66 rischia di sparire, ma fa ormai parte della cultura americana. Si trova nella letteratura, nella musica e nei film da almeno 70 anni

È stata aperta nel 1926 e ultimata l’anno successivo. La Route 66 fa parte da molti decenni della cultura di massa americana e non solo. Lunga 3755 km, originariamente collegava Chicago alla spiaggia di Santa Monica passando per Illinois, Missouri, Kansas, Oklahoma, Texas, Nuovo Messico, Arizona e California. Otto Stati e tre fusi orari.

La Route 66 è indissolubilmente legata al ricordo del grande spostamento verso ovest a seguito del Dust Bowl, la serie di tempeste di sabbia che investì gli Stati Uniti centrali e il Canada tra il 1931 e il 1939, causata da decenni di tecniche agricole ecologicamente distruttive. Durante questo “esodo” l’economia dei centri per i quali passava la strada crebbe. Molte famiglie si sostennero durante la Grande Depressione, grazie a piccole imprese famigliari, come i caffè, i distributori di benzina, i meccanici, ecc.

Route 66

Divenne ben presto una strada molto frequentata anche per via dei lunghi tratti pianeggianti attraversati, che facevano sì che anche i mezzi pesanti preferissero questa highway. Durante la Seconda guerra mondiale venne utilizzata moltissimo anche per spostare materiale bellico. In seguito fu molto utilizzata anche dai turisti, per spostarsi verso le spiagge della California durante le vacanze.

Negli anni Cinquanta, dopo la nascita dell’Interstate Highway System, però la Route 66 venne rimossa dal sistema delle highways. Vari tratti della strada divennero strade statali, locali, privati e alcuni vennero abbandonati. Il traffico si spostò sulle ampie strade a quattro corsie che passavano e passano parallelamente alla Route 66. Il declino è continuato fino agli anni Novanta, quando l’interesse per la strada ha assunto un carattere storico e nostalgico. È ritornata anche ad essere segnata sulle carte stradali, con il nome ora di Historic Route 66.

Route 66

Il National Route 66 Corridor Preservation Program è un programma di sovvenzioni federali destinate al recupero e alla manutenzione della strada. Fu stabilito nel 1999 con una durata di dieci anni. Nel 2009 è stato prorogato di altri dieci anni. Mancano dunque due anni al termine del programma e l’amministrazione Trump sembra decisa a operare tagli anche su questo programma. È probabile che non rinnovi i finanziamenti, grazie ai quali sono stati ristrutturati piccoli motel, recuperati insegne al neon e famosi drive-in. Grazie alla storica Mother Road, come l’aveva chiamata lo scrittore John Steinbeck, molte realtà locali hanno costruito dei piccoli business sul turismo. Sarà molto dura per loro senza il programma di preservazione della Route 66. Senza contare che si perderebbe un pezzo di storia americana, legata a doppio filo alla sua cultura.

La Mother Road è la via attraverso cui si spostano i migranti verso ovest, a seguito della Dust Bowl in Furore, il romanzo di Steinbeck. E la presenza nella storia della musica americana è forte da Chuck Berry, ai Rolling Stones e ai Depeche Mode. Per non parlare della televisione e del cinema. È impossibile separare la Route 66 dalla cultura americana, dai road movie, dai motel polverosi, dai chilometri di asfalto che si srotolano in avanti e si perdono nell’orizzonte.

Senza il Programma di preservazione, che aveva consentito la manutenzione della strada e delle strutture, molto di tutto questo andrà perduto. Il declino, avviato già a partire dagli anni Cinquanta, arginato negli ultimi vent’anni, proseguirà inesorabile.