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Russiagate, Hillary Clinton potrebbe impugnare la vittoria di Trump

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Hillary Clinton, potrebbe contestare la vittoria del rivale Donald Trump alla Casa Bianca. Lo farebbe sulla base dei fatti del Russiagate. Tuttavia non ci sono le basi legali per cambiare il verdetto delle elezioni.

Clinton potrebbe contestare l’elezione di Trump

Per la prima volta da quell’8 novembre 2016, Hillary Clinton non esclude la possibilità di contestare la regolarità delle elezioni che hanno portato Donald Trump alla Casa Bianca.

In una intervista rilasciata alla National Public Radio, la ex segretario di Stato ha anche però ammesso che nel sistema federale americano non esistono strade legali per aprire un ricorso che porterebbe a una ripetizione della consultazione elettorale.

La vittoria di Trump, la sconfitta di Hillary

La Clinton è stata sconfitta dopo che a lungo, durante la campagna, era stata in posizione dominante. Alla fine però a decidere non è stato il voto popolare, ma il voto dei singoli Stati, cioè il “voto elettorale”: Clinton ha ottenuto quasi tre milioni di voti popolari in più, ma Trump l’ha comunque sconfitta con 306 contro 232 voti elettorali.

Hillary stessa aveva accettato la sconfitta e tenuto un umile discorso il giorno dopo, in cui riconosceva la vittoria del rivale e si augurava che il Paese tenesse “la mente aperta verso Trump”. Il giorno dell’insediamento, poi, è andata ad assistere e ha anche applaudito nel momento in cui Trump giurava.

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Russiagate e elezioni USA

Da allora tuttavia sono venute alla luce numerose testimonianze e prove di una più che possibile collusione fra la campagna di Trump e agenti russi vicini a Vladimir Putin.

E’ stato proprio facendo riferimento a questa realtà, e all’indagine del procuratore speciale Robert Mueller, che l’intervistatrice, Terry Gross, ha chiesto a Hillary Clinton se «escluderebbe in modo totale di mettere in discussione la legittimità delle elezioni se si scoprisse che le interferenze russe sono state anche più profonde di quel che sappiamo ora». A questa domanda, Hillary ha risposto: «No, non lo escluderei». Terry Gross glielo ha chiesto poi una seconda volta, quasi incredula: «Non lo escluderebbe?». Di nuovo Hillary Clinton ha risposto «Non lo escluderei».

Il risultato elettorale non può cambiare

Tuttavia non esiste una via legale per fare appello e chiedere un bis delle elezioni. In ogni caso, la reazione di Hillary Clinton è destinata a far eco. Seppure ovviamente scottata e umiliata dalla sconfitta, la ex candidata democratica si era ritirata nell’ombra, e non aveva mai ipotizzato che le elezioni potessero non essere legittime. Peraltro anche gli oppositori più intransigenti di Trump ammettono che non c’è modo di provare che se collusione ci fu, essa avrebbe poi modificato il voto degli elettori.

Il libro What Happened

Ma ora Hillary è di nuovo sotto i riflettori, per l’uscita del suo libro What Happened, in cui racconta la campagna elettorale, il voto e la sconfitta. Il libro è da tre settimane al primo posto dei best seller, e – contrariamente a quanto molti hanno sostenuto– non è vero che in esso Hillary non si prenda le sue responsabilità: lo fa spesso e volentieri, ammettendo di aver sbagliato più volte e di aver deluso tutti. Ma punta la penna anche contro chi ha contribuito ad affondarla, e l’ultima parte è tutta dedicata all’influenza russa e al fatto che i media Usa non volevano crederci, e preferivano immaginare che «fossero tutte invenzioni».

Nelle 500 pagine del libro tuttavia, non mette in discussione la legittimità delle elezioni. Lo ha fatto solo ora, in una intervista, in cui precisa di non conoscere possibili sfoghi legali: «Non credo esistano – spiega -. Ci sono studiosi e professori universitari che sostengono che le strade ci sarebbero, ma non credo che i loro ragionamenti si basino su solide fondamenta».