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Russiagate, ex consigliere per la sicurezza nazionale collabora all'inchiesta

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Russiagate, Michael Flynn, ex consigliere di sicurezza nazionale di Donald Trump, ha tagliato i contatti con i legali del presidnete USA, molto probabilmente per collaborare con il procuratore Rober Mueller.

Importanti sviluppi sul Russiagate. Secondo il New York Times, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale di Donald Trump Michel Flynn starebbe collaborando, o quanto meno trovando un accordo, con il procuratore Robert Mueller, che si sta occupando dell’inchiesta sulle interferenze russe. Infatti, gli avvocati di Flynn avrebbero notificato ai legali del presidente degli Stati Uniti che non potranno condividere più discussioni sul Russiagate.

Russiagate Michael Flynn

Michael Flynn, generale ed ex consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Donald Trump sta collaborando con il procuratore speciale Robert Mueller, o negoziando un accordo. A rivelarlo è il New York Times, secondo il quale gli avvocati di Flynn hanno comunicato ai legali d Donald Trump che non posso più scambiare informazioni riguardo l’inchiesta. Questo succede quando una persona sotto indagine decide di collaborare con gli inquirenti, o inizia a discutere un accordo. Michael Flynn è un personaggio chiave di tutta la vicenda. La sua cooperazione con Mueller però, potrebbe essere molto pericolosa per Donald Trump. Infatti, l’ex consigliere è a conoscenza di ogni cosa inerente alla campagna elettorale ed ai primi mesi al governo, incluso il licenziamento di Comey, capo dell’Fbi.

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Michael Flynn Trump

Michael Flynn, già capo dei servizi di intelligence dell’esercito licenziato però da Obama, era stato uno dei maggiori sostenitori di Donald Trump nella campagna elettorale. Si era guadagnato a tal punto la sua fiducia, che era diventato principale suggeritore di politica estera dell’inquilino della Casa Bianca. Dopo la vittoria e la salita alla presidenza, Donald Trump aveva deciso di nominare Michael Flynn consigliere per la sicurezza nazionale.

Però, una trentina di giorni dopo, il generale viene costretto alle dimissioni dall’incarico. Questo in quanto era venuto fuori che aveva avuto scambi con Kislyak, l’ambasciatore russo negli Stati Uniti. Con esso, aveva discusso a riguardo del futuro delle sanzioni contro l Russia per l’invasione dell’Ucraina, quando però era ancora al potere l’amministrazione Obama. Uno di questi incontri era avvenuto proprio alla Trump Tower di New York. In questo meeting aveva presenziato anche Jared Kushner, genero di Donald Trump. Quando il vice presidente Pence ha domandato di queste conversazioni, il generale gli aveva risposto che con Kislyak si era solo scambiato gli auguri di Natale.

Poco dopo la diffusione della notizia e le dimissioni di Michael Flynn da consigliere per la sicurezza nazionale, si è avviato un effetto domino al governo. Robert Mueller sta indagando su questo effetto, per i rapporti con la Russia durante la campagna elettorale e l’inizio del governo Trump, per la denuncia mancata dei redditi ricevuti da Mosca, e anche perché Michel Flynn aveva lavorato come lobbista per la Turchia senza rivelarlo. Con l’ex consigliere per la sicurezza nazionale è sotto inchiesta anche il figlio. La prigione è rischiata da entrambi. A causa di ciò, il generale potrebbe essere interessato a fare un accordo con Robert Mueller decisivo per le indagini del Russiagate, al fine di non venir condannato.