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Russiagate, si indaga su interessi di Trump in Russia

Russiagate

Continuano le indagini riguardanti il Russiagate, che vedono il presidente Donald Trump sospettato di aver avuto illeciti legami finanziari con la Russia.

Importanti sviluppi sul Russiagate

Nuovo capitolo sulla vicenda Russiagate. Il procuratore speciale Robert Mueller, che sta lavorando sul caso, ha selezionato un Grand Jury a Washington. A diffondere la notizia è il Wall Street Journal. Secondo il celebre quotidiano, questo fatto è indice un’intensificazione delle indagini sul Russiagate, che continueranno, quindi, anche per altri mesi. Secondo alcuni, l’inchiesta si avvicinerà minacciosamente sempre più al presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il quale, ovviamente, si proclama assolutamente innocente.

Il Grand Jury

Il Grand Jury, nell’ordinamento degli Stati Uniti, è appunto una giuria, composta da dodici persone, di fronte alla quale i procuratori possono presentare prove, richiedere documenti ed anche ascoltare i testimoni sotto giuramento. Si tratta perciò di un’importante strumento investigativo. Lo si può paragonare un po’ al Gip italiano.

Secondo la Cnn il Grand Jury avrebbe già emesso mandati riguardanti l’incontro di Donald Trump Jr con un’avvocatessa russa nel giugno dello scorso anno.

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Accuse a Donald Trump

Le accuse, nei confronti dell’attuale presidente degli USA, che non è ancora sotto inchiesta, sono inerenti al fatto che avrebbe chiesto all’ex direttore dell’Fbi James Comey di nascondere l’indagine sui contatti tra il suo entourage e funzionari russi, ai fini di ricercare del materiale compromettente contro Hillary Clinton. Il tutto durante la campagna elettorale, che sarebbe stata così disonestamente falsata. Trump è indagato quindi per ostruzione alla giustizia. Intanto, in Senato, nelle scorse ore sono stati presentati due importanti disegni di legge. Questi, su iniziativa sia dei democratici sia dei repubblicani, sono concepiti per contenere la capacità dell’amministrazione Trump di allontanare e licenziare il procuratore speciale Mueller. Una preoccupazione innescata dal licenziamento del capo dell’Fbi, James Comey.

La risposta di Trump

La risposta del repubblicano capo di stato non si è fatta certo attendere. Donald Trump ha dichiarato con decisione: «Nessun russo è stato coinvolto nelle elezioni. È il popolo che mi ha eletto. Piuttosto le indagini dovrebbero concentrarsi sugli interessi di Hillary Clinton, e sulle sue 33 mila mail». Nei giorni scorsi, Trump ha descritto il Russiagate come una specie di “caccia alle streghe”. Tutto, secondo il presidente degli Stati Uniti, sarebbe una subdola invenzione, soltanto «una scusa per la più grande sconfitta nella storia della politica americana».

In ogni caso, Trump dovrà provare le sue tesi con una difesa convincente. Le sue dichiarazioni, al momento, non lo sono. Anzi, il fatto di cercare di incanalare l’attenzione du Hilary Clinton, soprattutto adesso, ha un ché di vigliacco. Per ora non è sotto inchiesta e non rischia nulla nel concreto. Ma nessuno è e deve essere al di sopra della legge. Nemmeno il presidente degli Stati Uniti d’America.