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Russiagate, Trump jr assume un avvocato per difendersi

Trump

"Le sue dichiarazioni erano vaghe e assurde. Nessuna prova. Non aveva alcuna informazione significativa" queste le parole di Donald Trump Jr, sul suo incontro con un avvocatessa russa.

Il figlio del presidente Donald Trump, Donald Jr., nella bufera per aver incontrato un’avvocatessa russa vicina al Cremlino durante le presidenziali, ha assunto un avvocato personale per farsi rappresentare nell’ambito delle varie indagini sul Russiagate.

Il figlio di Trump ha ammesso di aver incontrato l’avvocatessa durante le presidenziali ma ha negato collusioni con Mosca per influenzare le elezioni.

Secondo il New York Times, che cita tre fonti anonime, prima di organizzare l’incontro con l’avvocatessa russa convinto che questa avesse informazioni compromettenti su Hillary Clinton, Donald Trump Jr era stato informato via mail che il materiale in questione era parte del tentativo da parte di Mosca di aiutare la candidatura del padre.

Trump jr, la difesa

Il figlio maggiore del Presidente Trump ha risposto alle accuse, sostenendo di aver incontrato il legale su richiesta di un conoscente: ”Dopo lo scambio di convenevoli, la donna dichiarò che aveva informazioni secondo cui individui connessi alla Russia stavano finanziando il partito democratico e sostenendo la Clinton. Le sue dichiarazioni erano vaghe, ambigue e assurde. Non fu fornito o offerto alcun dettaglio o prova. Diventò subito chiaro che non aveva alcuna informazione significativa”. Poi la donna iniziò a parlare delle adozioni dei bambini russi, bloccate da Putin in risposta al Magnitsky act, una legge che sanziona cittadini russi sospettati di abusi dei diritti umani: ”Mi divenne chiaro che questa era la vera agenda fin dall’inizio e che sostenere di avere informazioni potenzialmente utili era un pretesto per l’incontro”.

All’incontro parteciparono anche l’allora capo della campagna di Trump, Paul Manafort, e il genero Jared Kushner, già nel mirino per i suoi incontri delle indagini del Russiagate per i suoi incontri con l’ambasciatore russo in Usa e con il capo della banca russa Veb.

Le parole dell’avvocatessa

A far eco alle parole del maggiore dei figli di Trump, sono arrivate le dichiarazione della Veselnitskaya, che da parte sua ha replicato di non aver mai agito per conto del governo russo e che nell’incontro ‘‘non si è discusso per nulla della campagna presidenziale’‘.

Il deputato democratico Adam Schiff, della commissione intelligence che indaga sul Russiagate, ha dichiarato che: ”Non c’era motivo per questo sostenitore del governo russo di incontrare Manafort o Kushner o il figlio del presidente se non si trattava della campagna e della politica sulla Russia”. E, secondo il New York Times, questa sarebbe la prima indicazione pubblica che almeno qualcuno nel team elettorale di Trump desiderava accettare l’aiuto russo.

In serata anche una precisazione dallo staff del presidente. “Il presidente non era a conoscenza e non partecipò all’incontro“: è il commento di Mark Corallo, portavoce dell’avvocato privato di Donald Trump nel Russiagate