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Sailor Moon: 10 cose che forse non sai sul cartone anni '90

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Sono passati quasi 22 anni (21 febbraio 1995) dalla prima messa in onda del celeberrimo cartone animato Sailor Moon, ispirato al manga della fumettista giapponese Naoko Takeuchi “Bishōjo senshi Sērā Mūn” - La bella guerriera Sailor Moon - e ritrasmesso lo scorso anno su Italia 1, mentre in...

Sono passati quasi 22 anni (21 febbraio 1995) dalla prima messa in onda del celeberrimo cartone animato Sailor Moon, ispirato al manga della fumettista giapponese Naoko Takeuchi “Bishōjo senshi Sērā Mūn” La bella guerriera Sailor Moon – e ritrasmesso lo scorso anno su Italia 1, mentre in Giappone stava ripartendo una nuova serie dai contenuti più maturi, Sailor Moon Crystal. Questo cartone animato ha alcune curiosità che ci proponiamo di svelare. Eccone dieci: la prima è che nei disegni originari, la bionda Sailor Moon – “nata” come Usagi Tsukino, Bunny nella versione italiana – aveva i capelli rosa come gli odango, le tipiche polpette di riso della cucina giapponese; poi le sono stati colorati di grigio argento e solo infine di giallo.

La seconda curiosità è che all’inizio i costumi di Sailor Moon e delle sue compagne erano tutti uguali e la terza che inizialmente il fumetto era dedicato solo alla guerriera Sailor Venus (Sailor V), la quale combatteva con l’aiuto del gatto parlante Artemis. Poi, visto il successo del manga, è stata creata anche Sailor Moon.

Le sorprese non sono finite qui, perchè la fumettista Naoko Takeuchi ha dato ai personaggi i nomi della sua famiglia: Kenji (il padre), Ikuko (la madre) e Shingo (il fratello). Nella versione italiana solo il padre ha mantenuto il nome originale, mentre la madre e il fratello sono diventati Ilenia e Sam.

Inoltre la guerriera Sailor Mercury (Ami Mizuno) avrebbe dovuto essere un cybor, un “ragazza-robot”, che doveva essere distrutta dai nemici al termine della prima stagione. Fu l’editore dell’autrice, Fumio Osano, a consigliarle di “farla diventare” un’umana e di “risparmiarle la vita”. Ci sono stati cambiamenti anche per quanto riguarda Sailor Jupiter (Makoto Kino, Morea nella versione italiana): avrebbe dovuto essere capo di una banda di teppisti che aveva il vizio del fumo, ma poi è stata trasformata in una giovane dall’eccezionale forza fisica.

Milord, ovviamente personaggio maschile, di cui è innamorata la protagonista del cartone, avrebbe invece dovuto chiamarsi con il lungo e complicato nome di Mysterious 2098 Face (“L’uomo dai 2098 volti misteriosi”).

Nel 1997 il settimanale americano Variety, dedicato all’intrattenimento, svelò che Sailor Moon avrebbe potuto essere nientemeno che una delle principesse Disney, poichè la celeberrima casa di produzione era interessata ad acquistarne i diritti, ma Naoko Takeuchi si rifiutò.

Ancora – e siamo arrivati all’8° curiosità -, la “mamma di Sailor Moon” consultò riviste di moda, per disegnare gli abiti dei protagonisti: abiti ispirati a Dior, Chanel e Thierry Mugler.

Come abbiamo visto in altri casi, la sessualità è spesso importante nei manga giapponesi – che non sono pensati per bambini come i cartoni animati Italia – e quello di Sailor Moon non fa eccezione. Ci sono stati persino “cambiamenti di sesso” per censurare relazioni omosessuali tra i personaggi o comunque corpi maschili che si trasformavano in femminili.

Da ultimo Sailor Moon ha avuto un successo così grande che dal 1993 le sono stati dedicati ben 31 musical – replicati 800 volte – , in cui le musiche erano le stesse dell’anime. Nel 2003 è stata realizzata anche una live action con attori veri, ma per i gatti Luna e Artemis sono stati usati dei pelouche.