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Salute, rapporto Istat: anziani italiani più longevi in Europa ma sofferenti

Salute

Gli anziani italiani sono tra i più longevi in Europa, ma anche i più malati: lo stabilisce un rapporto Istat sulla popolazione di oltre 75 anni

In Italia si vive di più, ma con qualche acciacco. A dirlo è l’ultimo rapporto Istat che ha preso in considerazione i dati sulla salute in Italia e nell’Unione Europea. Secondo l’analisi, resa nota in questi giorni, gli anziani italiani sono più longevi dal punto di vista anagrafico, ma anche più sofferenti. Un primato, dunque, intaccato da dolori fisici e malattie croniche che impediscono di sfruttare a pieno la longevità. Gli acciacchi, infatti, contribuiscono a diminuire la qualità della vita. Un problema che si verifica più per le donne che per gli uomini. Il rapporto è stilato prendendo in considerazione le fasce più anziane della popolazione di tutta Europa, ossia quelle che superano i 75 anni di età.

Salute, la speranza di vita in Italia è maggiore di un anno rispetto alla media europea

Il rapporto Istat stabilisce che in Italia la speranza di vita è più elevata di circa un anno, rispetto alla media dell’eta calcolata negli altri anziani residenti in Unione Europea. Nel dettaglio si calcola che, prendendo come età base 65 anni, la speranza di vita per gli uomini italiani si aggiri intorno ai 18,9 anni, mentre per le donne intorno ai 22,2 anni. Un dato positivo, dunque, che però viene aggravato dalla statistica sulle malattie: un italiano su due, in età anziana, soffre almeno di una patologia cronica grave.

Negativo in Italia anche il dato sul dolore fisico negli anziani. Il 37.7% degli intervistati dall’Istat, infatti, ha confermato di soffrire o di aver sofferto di dolore fisico, in una scala che va da moderato a molto forte, nel mese precedente alla statistica. In quest’ambito, relativamente agli altri Paesi dell’Unione Europea, solo la Spagna ha registrato un dato più alto per quello che riguarda la soglia del dolore. L’Italia si colloca in una posizione mediana, in linea con molti dei Paesi dell’Unione.

Percentuali negative per gli italiani anche nelle limitazioni motorie e nelle attività di cura della persona

Infine, sempre tenendo conto della media UE, l’Italia si trova in svantaggio di due punti per quello che riguarda le limitazioni motorie. Il 23,1% degli anziani che hanno partecipato all’indagine Istat ha infatti dichiarato di essere impossibilitato a muoversi in modo autonomo. Un dato, questo, che è stato rilevato in percentuale maggiore sulle donne rispetto agli uomini: una spiegazione plausibile è da attribuirsi al fatto che le donne sono più longeve di circa due anni rispetto alla popolazione maschile.

L’unico dato positivo rispetto agli altri Paesi europei pare essere quello della longevità. Tra gli elementi analizzati dal rapporto Istat c’è anche la cura della persona. Dall’indagine è emerso che il 58,1% degli anziani italiani con gravi disabilità o limitata mobilità ha bisogno di aiuto per le attività di cura della persona, a cui non riesce a provvedere in mano autosufficiente. Un dato che, analizzato all’interno della penisola, è maggiore al Sud con una percentuale del 67,5% e tra gli anziani che hanno meno disponibilità a livello economico, che corrispondono al 64,2% degli intervistati.