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Saranno abolite le tariffe professionali minime?

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Dopo una manovra finanziaria di aggiustamento ai disastrati conti pubblici, con la quale ha eroso una parte del consenso di cui poteva godere, il governo guidato da Mario Monti, si appresta a varare la fase 2 della sua azione, quella che dovrebbe puntare sulla crescita. Lo stato delle casse statali ...

Dopo una manovra finanziaria di aggiustamento ai disastrati conti pubblici, con la quale ha eroso una parte del consenso di cui poteva godere, il governo guidato da Mario Monti, si appresta a varare la fase 2 della sua azione, quella che dovrebbe puntare sulla crescita. Lo stato delle casse statali è quello che tutti conosciamo e in una situazione simile i sacrifici imposti dalla manovra, sono stati largamente compresi dall’opinione pubblica, visto che l’alternativa era il default del nostro paese. Proprio per questo, però, adesso è arrivato il momento di mostrare quel coraggio che forse è mancato durante il varo della finanziaria, quando si è preferito non imporre una Patrimoniale che avrebbe goduto di larghi favori soprattutto presso quei cittadini che ormai da anni si sobbarcano il peso della ristrutturazione del debito pubblico. Un coraggio che deve avere come oggetto le liberalizzazioni di cui in Italia si parla ormai da anni, ma che nessuno ha mai messo in pratica, terrorizzato dalla possibile risposta delle tante caste che impediscono un ammodernamento dei settori in cui operano. Ordini professionali come quelli costituiti da notai, avvocati, architetti, ad esempio, che hanno sempre fatto fuoco e fiamme per impedire l’accesso alla loro professione e che sicuramente continueranno a farlo nell’immediato futuro. Ormai, però, il tempo è scaduto ed è arrivato il momento di porre mano ad una riforma che vada a toccare anche settori che sin qui hanno goduto di posizioni di rendita ormai insostenibili per un paese che sta affogando. Sembra proprio che stavolta, il governo intenda toccare uno dei capisaldi di questa rendita di posizione, quella delle tariffe professionali minime, che potrebbero finalmente essere abolite. Per dare vita a questo provvedimento atteso da anni, il governo può operare in base alla manovra d’estate e alla recente legge di stabilità, che gli consente di agire con un semplice regolamento di delegificazione abolendo tariffe e altre norme per ciascuna professione. Non è escluso, tra l’altro, che esso, invece di perdersi in una infinita trattativa con ciascun ordine professionale, decida di varare un regolamento unico e un decreto in cui si abolisce l’articolo 2233 del codice civile in base al quale le tariffe debbono essere calibrate “all’importanza dell’opera e al decoro della professione”. Il pacchetto riguardante le liberalizzazioni dovrebbe riguardare anche taxi, farmacie e farmaci di fascia C. Settori che ogni volta che hanno visto messo in pericolo il loro potere di interdizione, hanno reagito con forza inusitata e che anche stavolta, non mancheranno di far sentire la loro voce e di muovere la lobby politica che li sostiene. Bastava del resto ascoltare le dichiarazioni del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il quale, nei giorni scorsi affermava che il settore dei taxi dovesse rimanere fuori dalle liberalizzazioni paventate, che dovevano invece andare a toccare i poteri forti, per capire come si preannunci una battaglia difficile. Ma solo combattendola sino in fondo, il governo Monti potrà dimostrare di non essere un esecutivo capace di alzare la voce solo coi deboli.

Mario Monti