> > Scimpanzè abbandonata è cieca e con sindrome di down

Scimpanzè abbandonata è cieca e con sindrome di down

Scimpanzè abbandonata è cieca e con sindrome di down

Questo scimpanzè femmina è stata abbandonata dalla madre. È cieca e ha la sindrome di Down. Ma non si arrende. Ecco la sua storia. Kanako è una scimpanzé la cui toccante storia è stata di esempio per molta gente. L'animale vive presso il Kumamoto Sanctuary, in Giappone, dal 1992. La vita di ...

Questo scimpanzè femmina è stata abbandonata dalla madre. È cieca e ha la sindrome di Down. Ma non si arrende. Ecco la sua storia.

Kanako è una scimpanzé la cui toccante storia è stata di esempio per molta gente. L’animale vive presso il Kumamoto Sanctuary, in Giappone, dal 1992. La vita di Kanako è struggente. Venne abbandonata dalla sua mamma quando era molto piccola. E’ risaputo che gli animali sono in grado di avvertire quando i loro piccoli vengono al mondo con alcuni problemi di salute. Perchè è così che deve essere andata per Kanako, che nacque con un difetto cromosomico molto simile alla Sindrome di Down. Ecco la ragione per la quale sua madre le voltò le spalle quando aveva poco più di 3 mesi.

Durante i suoi primi anni di vita, Kanako fu vittima di molte malattie che le complicarono ulteriormente il sua già fragile stato di salute. La piccola scimpanzé sviluppò una cataratta prima di compiere un anno e, nel giro di 6 anni, divenne del tutto cieca. A causa di questi problemi, Kanako non riesce a relazionarsi con i suoi simili. E per questo motivo, vive in isolamento nel santuario, interagendo solamente con gli esseri umani. Gli unici che riescono a capirla e a “sentirla”. Alcuni mesi fa, però, Kanako ha iniziato ad affezionarsi a un’altra scimpanzé. Un contatto che la sta aiutando notevolmente. Perchè Kanako è la seconda scimpanzé a cui è stata diagnosticata la Sindrome di Down, un disturbo comunque molto raro negli animali.

La Sindrome di Down negli animali

La presenza della sindrome di Down negli animali, come per gli uomini, può essere più o meno evidente dai tratti fisici. Fisionomie che riguardano soprattutto alcuni particolari del viso, ma anche il comportamento. Il fatto che sia un caso piuttosto raro incontrare animali con la sindrome di Down dipende principalmente dalla selezione naturale. Una selezione che, seppur crudele, per molte specie rappresenta l’unica via di sopravvivenza possibile. Quando la mamma si accorge che il cucciolo che ha partorito ha qualcosa di diverso, qualcosa che non va, istintivamente è portata ad ucciderlo o ad allontanarlo. Sì, ricorda molto le regole spartane che imponevano di gettare i bambini nati malformi giù dal Monte Taigeto. Ma per quanto riguarda gli animali e per quanto possa apparire crudele un simile gesto, a decidere ogni cosa, in realtà, è la natura stessa. Anche se ai nostri occhi può apparire diversamente.

Recentemente, però, uno studio condotto da un gruppo di scienziati dell’Università del Massachusetts sono riusciti a dimostrare, in vitro, che il difetto genetico responsabile dell’insorgenza della sindrome di Down può essere soppresso. Questo spianerebbe la strada allo studio delle patologie cellulari coinvolte nel disturbo. Si tratta, perciò, di un obiettivo che, finora, si era dimostrato sfuggente. E la soluzione scoperta potrebbe davvero migliorare la comprensione della biologia di base che presuppone la malattia. E un giorno, forse potrebbe addirittura aiutare a trovare potenziali terapie. Finora, sembra che gli esperti americani siano riusciti a dimostrare che il cromosoma responsabile della sindrome di Down possa essere messo a tacere in laboratorio soltanto utilizzando cellule staminali prelevate dal paziente. Un inizio.