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Sciopero generale Catalogna: vie di comunicazione in ginocchio

Sciopero generale Catalogna

Oggi sciopero generale Catalogna, indetto contro la repressione politica dello stato spagnolo. Al momento in tilt le maggiore vie di comunicazione.

Oggi sciopero generale Catalogna. Le proteste imperversano per il Paese lungo gli assi comunicativi interni ed esteri. Le manifestazioni vanno avanti ad oltranza e non si ferma l’ondata di protesta. Lo sciopero è stato indetto contro la repressione politica che il governo Rajoy impone ai cittadini catalani. Al momento è il caos generale sulle vie di comunicazione. Lo sciopero è iniziato con l’interruzione del traffico sulle autostrade AP7 e A2 intorno alle 6.00 di questa mattina. Altre 30 strade sono state interrotte. Anche il traffico della rete ferroviaria e della rete ad alta velocità è stato interrotto dai manifestanti. L’unanimità dei manifestanti intervenuti nelle principali arterie di comunicazione sono favorevoli all’indipendenza della Catalogna rispetto alla Spagna. Anche l’80% dei sindaci catalani preme per l’indipendenza. Non mancano gli interventi della polizia spagnola, atti a ristabilire la normale circolazione dei veicoli, né mancano scontri tra forze dell’ordine e manifestanti.

Sciopero generale Catalogna

La motivazione principale dello sciopero generale Catalogna è quella di chiedere la liberazione dei detenuti politici: questi sono infatti i membri del legittimo governo catalano, ingiustamente imprigionati dallo stato spagnolo secondo i manifestanti. Un atto, questo dell’imprigionamento ritenuto oppressivo, indice di una repressione che sfiora quasi il ricordo del franchismo. Atto condannato all’unanimità come anti-democratico. Critica che ha colpito il governo Rajoy dall’interno e dall’esterno del suo partito. I componenti del governo catalano sono al momento in stato di arresto e divisi all’interno di varie carceri spagnole. Per loro l’accusa è di sedizione e tradimento, reati punibili col massimo della pena dal codice spagnolo. Sono al momento trattati come fossero criminali comuni.

Allo sciopero generale non hanno aderito tutte le sigle sindacali (tra cui Ccoo e Ugt). Alcune infatti parteciperanno a delle manifestazioni diverse previste per oggi pomeriggio alle 12.00 e alle 18.00 e che investiranno simbolicamente i luoghi di lavoro. Il Premier Rajoy, osservata la situazione auspica in un discorso al Congresso che le prossime elezioni del 21 Dicembre donino nuova stabilità, pace e sicurezza alla regione catalana. L’obiettivo dichiarato è quello di riportare la regione alla normalità, e di stabilire un governo che rispetti le regole del gioco politico.

E Puigdemont?

Il premier catalano Carles Puigdemont al momento resta dietro le quinte nel lontano Belgio. Per lui al momento è spiccato un mandato di cattura europeo che lo vede incriminato per sedizione. Sedizione che secondo i giudici spagnoli si è pienamente manifestata durante le elezioni referendarie e si concretizzata nella dichiarazione di indipendenza della Catalogna rispetto alla Spagna. Ha più volte ribadito di non essere fuggito dalla Spagna, ma di essersene andato per continuare in pace il proprio lavoro di statista. Ha espresso la propria volontà di partecipare alle prossime elezioni, auspicando la nascita di una nuova Catalogna libera dal giogo oppressivo dello pseudo-fascismo del governo madrileno. Al momento Puigdemont sta cercando di coinvolgere le istituzioni europee per trovare un appoggio politico sicuro ai suoi atti. Una partita non ancora conclusasi quella tra Barcellona e Madrid.