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Scontro treni in Puglia, indagati i capistazione

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Scontro treni in Puglia, indagati i due capistazione di Andria e Corato per omicidio. Non si tratta di un semplice errore umano. Scontro treni, i primi nomi scritti sul registro degli indagati sono quelli dei capistazione di Andria e Corato. Vito Piccarreta e Alessio Porcelli sono stati indagati da...

Scontro treni in Puglia, indagati i due capistazione di Andria e Corato per omicidio. Non si tratta di un semplice errore umano.

Scontro treni, i primi nomi scritti sul registro degli indagati sono quelli dei capistazione di Andria e Corato. Vito Piccarreta e Alessio Porcelli sono stati indagati dalla Procura di Trani per omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario. È stato costituito un team di magistrati incaricati di indagare su ogni aspetto della faccenda.

Il disastro che si è verificato martedì 12 luglio è la più grande tragedia ferroviaria degli ultimi vent’anni. I magistrati si occuperanno di chiarire alcuni punti in merito allo scontro. Bisogna ricostruire la dinamica dell’incidente, indicare le conseguenze causate dallo scarso ammodernamento della rete ferroviaria, capire chi sono i responsabili.

Secondo Francesco Giannella, procuratore di Trani, è “assolutamente riduttivo” soffermarsi solo sull’errore umano. È necessario fare chiarezza su ogni fronte per dare una svolta alla vicenda. In base alle prime ricostruzioni, Vito Piccarreta, capo stazione di Andria, avrebbe dovuto dare il via libera per far passare il treno solo dopo aver fatto passare gli altri due treni, provenienti da Corato. Uno dei due treni provenienti da Corato viaggiava con un leggero ritardo rispetto al primo.

Si cerca di capire come mai il capostazione abbia dato il via libera per il passaggio del treno, nonostante non abbia visto passare gli altri due. Fondamentali le testimonianze di alcuni sopravvissuti secondo i quali, i pendolari sul treno diretto ad Andria avrebbero fatto un cambio di treno, salendo su un altro, fermo al secondo binario, partito a sua volta in ritardo.
Non si placa la rabbia dei parenti che gridano “assassini” a chi ha strappato via la vita ai propri cari.