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Scopre che il fratello è sopravvissuto all'Olocausto. Incontra il nipote a 102 anni

Olocausto

Olocausto, 1939. E' la data scolpita nella mente di Elihau Pietruszka. L'uomo 102enne nel 1939 ha lasciato la Polonia, nella quale abitava. Dietro di lui lascia l'intera famiglia, della quale non avrà notizie. Si perderanno le tracce dei suoi amati fratellini, Volf e Zelig e dei genitori. Ma dopo ...

Olocausto, 1939. E’ la data scolpita nella mente di Elihau Pietruszka. L’uomo 102enne nel 1939 ha lasciato la Polonia, nella quale abitava. Dietro di lui lascia l’intera famiglia, della quale non avrà notizie. Si perderanno le tracce dei suoi amati fratellini, Volf e Zelig e dei genitori. Ma dopo anni e anni di speranza, Elihau ha finalmente ritrovato un nipote, figlio del fratello Volf deceduto nel 2011.

Elihau Pietruszka: la fuga dall’Olocausto

E’ commovente la storia di Elihau Pietruszka, 102enne riuscito a scappare dall’orrore dell’Olocausto. La sua storia comincia nel 1939, quando Elihau decide di lasciare la Polonia. Abitava nel ghetto di Varsavia insieme alla sua famiglia. E da quando l’allora 24enne Elihau lascia Varsavia, non ha più notizie. Né della madre e del padre, né dei fratelli gemellini di 9 anni più giovani di lui. Elihau riesce a scappare in Unione Sovietica e qui comincia a lavorare. Non dimentica mai la famiglia che si è lasciato alle spalle, ma teme il peggio per loro. Nell’ex Unione Sovietica, Elihau riesce a rifarsi una vita e nel 1949, dopo il matrimonio, cerca di cominciare un nuovo futuro in Israele.

Elihau Pietruszka ritrova il nipote: suo fratello era sopravvissuto

Poco tempo fa, Shakhar Smorodinsky, nipote di Elihau, ha ricevuto una mail da un cugino che in Canada si occupa dell’albero genealogico della famiglia. Il lontano cugino lo informava del ritrovamento di alcuni documenti che riguardavano uno dei gemellini di Elihau, Volf. Grazie alla società Yad Vashem, si è potuto organizzare un incontro in Israele tra Elihau e il figlio di Volf, Alexandre.

Volf, dopo essere riuscito a scappare dai campi nazisti, aveva trovato rifugio in Unione Sovietica. Aveva cominciato a lavorare come operaio edile a Magnitogorsk, una città nei Monti Urali. Deceduto nel 2011, Elihau non ha avuto la possibilità di riabbracciare il fratello. Ma l’emozione è stata grande quando si è trovato davanti il nipote Alexandre. “Sei la copia di tuo padre. Ho aspettato il tuo arrivo per due giorni e non ho dormito”, esclama Eliahu all’incontro con il nipote. Alexandre, oggi 66enne, lavora come muratore in Russia ed è andato in Israele per poter conoscere lo zio. “È un miracolo, non avrei mai pensato che sarebbe successo. Mi rende così felice sapere che ci sia ancora una parte di mio fratello in vita”, afferma piangendo per l’emozione Elihau.

Olocausto

Yad Vashem, la società per la memoria della Shoah

E’ stato anche grazie alla Yad Vashem che Elihau è riuscito a ritrovale il nipote Alexandre. Yad Vashem è la società nazionale per la memoria della Shoah. Dal 1954 il suo compito è quello di compilare un database online, contenente i nomi di tutte le vittime dell’Olocausto. La volontà è quella di differenziare la loro “vita” all’interno dei campi nazisti, durante la quale erano semplici numeri. Infatti si tenta di sostituire ad ogni numero un nome preciso. Quest’anno i database ha provveduto a rendere più facile l’informazione, traducendo la pagina in diverse lingue, tra le quale il russo, lo spagnolo e il tedesco. Grazie all’impegno dell’ente, la Yad Vashem è riuscita a tramutare oltre 4.7 milioni di numeri in nomi, restituendo dignità alle vittime.