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Selfie estremi: le verità schock dietro gli scatti

Selfie estremi

Selfie estremi, pericolosi, spesso letali ma molto diffusi nel mondo, anche perché pubblicati e condivisi sui social e magari elogiati. Ricordiamo il base jumper Emanuele Uli in Italia.

I caso della 12enne russa

Per selfie estremi s’intendono i selfie fatti in condizioni estreme, potenzialmente pericolose. E’ proprio quello che ha fatto il primo week-end del marzo scorso una 12enne russa di Lyubertsy, vicino Mosca, la quale, per scattarsi una fotografia con il cellulare, si è sporta troppo dal terzo piano ed è caduta. La madre, una donna single, era al lavoro e ha ricevuto una chiamata che l’avvertiva della disgrazia: sua figlia era stata portata d’urgenza in ospedale. Una volta che la donna è giunta nella struttura, è venuta a conoscenza della terribile bravata della 12enne, che ha riportato una commozione cerebrale e la rottura della spina dorsale.

Conseguenze anche mortali: il tragico esempio di un ragazzo

Alla ragazzina di cui abbiamo parlato è “andata bene”, ma nel mondo c’è gente che è morta per un sefie, chiamato per questo “Killselfie”, il selfie che uccide. Non si sa di preciso a quante persone sia successo, ma nel novembre del 2016 la Carnegie Mellon University di Pittsburgh in Pennsylvania, ha rivelato che nel marzo del 2014 c’erano stati addirittura 127 casi, ma potrebbero essere molti di più. Per esempio un ragazzo russo ha avuto l’idea di sospendersi ad una struttura di distribuzione di elettricità e ha preso la scossa. La responsabilità di tutto ciò si può anche cercare nei social network.

Selfie estremi sui social

Ovviamente non c’è l’assoluta sicurezza, ma senz’altro video e foto di selfie estremi circolano molto su social, come per esempio Instagram. Così qualche giovane può aver trovato l’infelice ispirazione di sperimentarli. Ci sono i roofers, cioè coloro che saltano da un tetto di un grattacielo all’altro, dopo essersi arrampicati degli edifici senza alcuna protezione. Ormai è diventata una moda di questo millennio. C’è stato poi qualcuno che, salendo sul ponte di una ferrovia per un selfie con gli amici, ha perso l’equilibrio, dopo aver tentato inutilmente di aggrapparsi a una corda, è caduto ed è morto. Eppure c’è chi diventa famoso per il suo sprezzo del pericolo, come le modelle 23enni russe Angela Nikolau (prima foto in basso) e Viki Odintcova.

AngelaNikolau

La seconda, ex fidanzata del pilota di Formula 1 Fernando Alonso, e proprio appassionata di selfie estremi, si è fatta fotografare sospesa nel vuoto giù dalla Cayan Tower di Dubai, alta 300 metri. Intanto un uomo la teneva per una mano per non fare precipitare la ragazza, che in seguito, su richiesta della polizia, ha dichiarato che non ci avrebbe più riprovato.

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Il caso di Emanuele Uli

Anche in Italia abbiamo almeno un caso di morte per selfie estremi, del quale i media hanno fortunatamente parlato molto: quello del base jumper Emanuele Uli che, indossando una tuta alare per volare (letteralmente) a quasi 200 km allora tra meravigliosi paesaggi svizzeri, si è schiantato al suolo mesi fa.

basejumper

Il fatto è che vengono pubblicati e condivisi sui social i tentativi riusciti, ma praticamente mai quelli falliti. Tuttavia forse sarebbe utile per scongiurare il senso di emulazione di goliardate che possono costare la vita; sarebbe utile per scongiurare la mancanza di sano senso di paura ed eventuali elogi al “coraggio” dei sopravvissuti.