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Maxi sequestro al re degli zingari nel Trevigiano

Maxi sequestro al re degli zingari nel Trevigiano

Un clan di zingari possiede un ingiustificabile patrimonio di centinaia di migliaia di euro. Le autorità: attività illecite   Il clan di zingari della provincia di Treviso desta molti dubbi dopo il blitz della Guardia di Finanza. Le Fiamme Gialle hanno trovato automobili, ville,e co...

Un clan di zingari possiede un ingiustificabile patrimonio di centinaia di migliaia di euro. Le autorità: attività illecite

Il clan di zingari della provincia di Treviso desta molti dubbi dopo il blitz della Guardia di Finanza. Le Fiamme Gialle hanno trovato automobili, ville,e conti correnti per un ingiustificabile valore di centinaia di migliaia di euro. Il capo del clan, il “re degli zingari” Adriano Hudorovich, sembra essere il proprietario di tutto, prontamente messo sotto sequestro.

L’accusa

Secondo le autorità la ricchezza del clan Hudorovich si basa su attività e traffici illegali. La vita condotta dagli zingari trevigiani pareva troppo lussuosa, e secondo le indagini forse il clan compiva rapine e truffe. Un dubbio abbastanza grosso, tale da far inoltrare la richiesta di ulteriori indagini. Infatti erano già stati fatti in precedenza degli accertamenti,ma mai approfonditi, per volere del giudice. A prendere l’iniziativa è la Pm Mara De Donà, grazie alle prove della Procura fornitele dal maresciallo Massimo Dell’Anna. Come secondo una recente legge antimafia, tutto il patrimonio del clan è stato immediatamente sequestrato.

La difesa

Ma alla De Donà si oppone Andrea Zambon, avvocato degli Hudorovich, richiedendo innanzitutto il dissequestro di un Peugeot e dei conti correnti relativamente minori; l’avvocato inoltre sostiene che tutte le proprietà confiscate siano da sempre state patrimonio degli zingari della Provincia di Treviso. Il legale del clan dice di avere anche le prove della legalità dei conti correnti, e dei beni mobili e immobili.

Ma al momento del sequestro si apre un problema: molte delle vetture e gran parte del denaro non sono più rintracciabili. La magistratura sostiene che i conti correnti siano stati subito trasferiti su banche estere, e che le automobili siano state velocemente vendute, in modo da sfuggire alla Guardia di Finanza. Questo peggiora la situazione per il clan, che non può far altro che aspettare la seduta di Riesame, nella quale dovrà dimostrare di avere un patrimonio, seppur immenso, ma a norma di legge.