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Sicilia,Elezioni Politiche 2013. Uno,nessuno e centomila scenari.

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Una delle regioni chiave  di queste elezioni politiche 2013, è la Sicilia che , con 14 seggi al sensato, è fondamentale per garantire la maggioranza alle diverse coalizioni. Il fatto strano, o forse ormai consueto, è la migrazione di molti esponenti politici da un versante all'altro. Nel ...

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Una delle regioni chiave di queste elezioni politiche 2013, è la Sicilia che , con 14 seggi al sensato, è fondamentale per garantire la maggioranza alle diverse coalizioni.

Il fatto strano, o forse ormai consueto, è la migrazione di molti esponenti politici da un versante all’altro. Nel caso specifico i migranti siciliani si sono spostati dal centro destra al PD.A regolare gli ingressi troviamo l’ex ministro del governo D’Alema, Salvatore Cardinale, che ha fondato un gruppo composto da molti, tra consiglieri regionali e parlamentari, ex appartenenti per lo più ai movimenti autonomisti, ma non solo. A quanto pare le vecchie ideologie hanno definitivamente abbandonato l’isola, come accade nelle piccole realtà, il tutto si riduce ad una funzione numerica di voti.

Tra i portatori di grandi numeri troviamo nel PD Michele Cimino ( ex Forza Italia, PDL, Grande Sud, con 5991 voti ), Pippo Gianni ( Ex UDC di CUffaro, con 7568 voti ), Nicola Vernuccio ( ex assessore regionale MPA, con 2181 voti ) e, come un colpo letale oggi nel PD siciliano, troviamo anche un ex esponente della destra di Storace.

Secondo Salvatore Lo Giudice ( ex lista Musumeci, con 7568 voti ), è possibile essere stati eletti con la destra e ora votare PD, la motivazione va vista nella mancanza di stabilità del centro destra causata da Berlusconi, che lui sostiene, non voterebbe mai più.

In questo scenario l’azione dell’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, sembra apparire abbastanza eclatante, trattasi di un esposto alla Procura per l’attuale migrazione di esponenti politici e dichiara, in un intervista, ad un giornalista di Repubblica” L’inquinamento del voto costituito da questa compravendita, è costituito da questa corruzione oggettiva, volgare, pesante, indecente. Secondo me degna di attenzione da parte delle istituzioni”.

La fuga dal centro destra riguarda soprattutto i movimenti di Lombardo e Miccichè; gli esponenti in questione sembrano non aver gradito l’alleanza con la Lega e il PDl, tanto è vero che nella scorsa legislatura avevano sostenuto il PD. Come Crocetta tiene a sottolineare: ” I movimenti autonomisti si sono alleati con la Lega e con Berlusconi e ovvio che questo produce le spaccature politiche”. Il presidente Crocetta ha creato un proprio movimento, Il Megafono, e gli appartenenti sostengono che questo gruppo sia la chiave per la vittoria delle politiche.

Una battaglia che si combatte sul filo della legalità, infatti, il PD ha escluso dalle sue liste, dopo la conclusione delle primarie, i parlamentari uscenti Crisafulli e Platania, entrambi con procedimenti giudiziari in corso, per i quali la legge italiana non prevede però l’esclusione dalle liste. Bersani che ha visitato già tre volte la Sicilia sostiene che Se il PDL avesse applicato il nostro stesso codice etico, avrebbe dovuto buttarne fuori una vagonata, neanche Berlusconi sarebbe candidabile”.

Nel centro destra sia Raffaele Lombardo che Antonio D’Alì sono sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa, ma secondo Lombardo la sua posizione giudiziaria non può essere paragonata a quella di Cosentino o di Dell’utri.

Dall’altro lato, qualche esponente del PDl, come Simona Vicari, Non sembra entusiasta dell’alleanza con Raffaele Lombardo, definendola semplicemente un’alleanza di convenienza elettorale.

Sia secondo Berlusconi che secondo Bersani, la possibilità di far ritornare le pecore smarrite al loro gregge, ovvero quella fetta di elettorato che per le regionali ha fatto vincere il Movimento di Grillo, sarebbe un fattore determinante per la vittoria nell’isola.

Grillo è invece convinto, che in Sicilia, visto il lavoro dei grillini all’ ARS, il consenso al Movimento è più che certo.

Molti invece guardano con favore ad Antonio Ingroia, che sostiene: ” Ho sempre detto che non mi sarei mai candidato sotto le bandiere di nessun partito e Grasso, invece ha scelto, per carità legittimamente, di candidarsi per un partito che non ha mai fatto lotta alla mafia”.

Questo, lo scenario politico siciliano, astruso, metafora di una società in crisi. “Una realtà non ci fu data e non c’è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile”.

Uno, nessuno e centomila, L. Pirandello, 1925.

Castellano Stefania