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Siria, Raqqa: 29 vittime di raid statunitensi, 8 bambini

Raid

Sono almeno 29 le vittime civili dopo la serie di raid aerei inviati dalla coalizione a guida statunitense sulla località siriana di Raqqa.

Le vittime

Sono almeno 29 le vittime civili dopo la serie di raid aerei inviati dalla coalizione a guida statunitense sulla località siriana di Raqqa. A renderlo noto sono le fonti delle organizzazioni siriane per la difesa dei diritti umani. Anche otto bambini tra le vittime, a riferirlo sono le stesse Ong, Raqqa è l’ultima roccaforte dei miliziani jihadisti in Siria.

Questione Siria

La Siria sta attraversando un periodo di guerra civile, scoppiata il 15 marzo del 2011 con le dimostrazioni pubbliche contro il governo centrale, da qui in poi si aprirà un contesto più ampio della primavera araba, che si svilupperà su scala nazionale, in una vera e propria guerra civile.

La battaglia della città di Raqqa

Dopo l’avanzata che ha visto il suo inizio nell’autunno del 2016, ed ha portato le forze curde ad assediare la capitale del Califfato a fine maggio, il 6 giugno è stato comunicato dall’Sdf che l’inizio dell’ultima fase della campagna per la conquista della città e la sua occupazione dei quartieri nell’estrema periferia occidentale e orientale è stata avviata.

Il Califfato si trova in difficoltà nella città, infatti, il 10 giugno l’esercito siriano aggira da nord-est il bastione dei ribelli filo-occidentali di Al-Tanf, approfittando così della scarsa resistenza dell’Isis, e raggiunge il confine iracheno, ricongiungendosi con le forze governative di Baghdad. La città di Raqqa viene completamente accerchiata il 2 luglio, anche da sud, il 4 le forze Sdf riescono a penetrare nella città vecchia.

La strategia Usa

Questi raid, secondo Israele, hanno mostrato il fallimento della strategia Usa, che ha provocato l’ira di tutti gli ambienti politici israeliani. Sembra ormai chiaro che ad Israele avrebbero preferito assistere alla vittoria di Al Qaeda o del califfato islamico. Gli jihadisti si sono demoralizzati dopo che i loro patrocinatori li hanno abbandonati.

L’unità combattente Lgbtq in Siria

L’iniziativa di un gruppo di volontari internazionali che combattono con le forze curde contro i miliziani ha fatto il giro del mondo. Il motivo? Sono la prima unità militare aperta a tutti gli appartenenti alla comunità Lgbtq. Il suo nome è “The Queer Insurrection and Liberation Army”. L’unità è stata creata come movimento anarchico curdo – siriano.

Il movimento fa parte a sua volta di un battaglione internazionale per la libertà che raccoglie i combattenti stranieri che hanno raggiunto la Siria settentrionale per affrontare i membri dell’Isis con le milizie curde, le stesse vengono denominate “Ypg”. Ancora poco chiaro il numero degli appartenenti a questa nuova forza militare, si sa solo che i loro membri hanno subito per anni abusi e soprusi da parte dell’Isis, che considera l’omosessualità un peccato.