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Siviglia e Santo Domingo: dov'è la vera tomba di Cristoforo Colombo?

Siviglia e Santo Domingo: dov'è la vera tomba di Cristoforo Colombo?

Spagna e Repubblica Dominicana si contendono le ossa di Cristoforo Colombo. Ma la prova del DNA non basta. Dove riposerà il famoso navigatore?

scoperta AmericaCristoforo Colombo è l’uomo che noi tutti conosciamo per aver scoperto le Americhe mentre tentava di percorrere una nuova rotta verso le Indie Orientali. E la sua storia non cessa di offrirci una lista di quesiti insoluti.

L’avventura di Cristoforo Colombo

Il 3 agosto 1492, Colombo salpò dal porto di Palos de la Frontera con tre navi: Niña, la Pinta e la Santa Maria. Aveva con sé 90 uomini, tutti marinai esperti e scelti dall’armatore Martin Pinzon. Il 12 ottobre dello stesso anno, il marinaio della Pinta, Rodrigo de Triana, scorse la terra: era l’isola che Colombo avrebbe poi chiamato San Salvador, il primo avamposto del Nuovo Mondo. Ma questo fu solo il primo dei tre viaggi che il navigatore genovese fece. Viaggi che, suo malgrado, si rivelarono molto meno fortunati. Colombo, infatti, non solo si ammalò, ma venne anche ridotto in catene.

palos de la frontera IMG_8822Durante il terzo viaggio, a Santo Domingo, città fondata dal fratello Diego, scoppiò una feroce rivolta. Sembra che la causa furono delle eccessive pretese che lo stesso Cristoforo avanzò verso la popolazione per accontentare i sovrani castigliesi. Colombo, Diego e un tale Bartolomeo vennero fatti prigionieri e caricati sulla nave Gorda. Una volta in Spagna, Cristoforo inviò una lettera alla sua protettrice Isabella, la quale riuscì a liberarlo ma a un prezzo: il titolo di viceré, a cui l’esploratore dovette rinunciare.

La morte del navigatore e il controverso luogo di sepoltura

sivigliaCristoforo Colombo morì a Valladolid, il 20 maggio 1506, per un attacco di cuore. Egli, però, aveva espressamente richiesto, nelle sue ultime volontà, di essere sepolto in America. Venne accontentato solo molto tempo dopo. Inizialmente, infatti, fu interrato nella cripta di un monastero a La Cartuja. E nel 1509, fu trasferito nella cattedrale di Siviglia. Ma fu solo nel 1537 che, finalmente, le sue spoglie e quelle del fratello Diego vennero condotte all’isola di Hispaniola, nella cattedrale di Santo Domingo. Nel 1795, però, a causa di alcuni intrighi politici, Santo Domingo venne ceduta ai francesi e al fine di impedire che i resti di Colombo finissero nelle loro mani, gli spagnoli li trasportarono prima a L’Avana e, nel 1898, di nuovo a Siviglia, all’interno di quel maestoso catafalco tutt’oggi visibile nella cattedrale della città.

Storia conclusa? Assolutamente no. Nel 1877, alcuni lavori di restauro nella cattedrale di Santo Domingo rinvenirono una cassa di piombo recante la scritta “Cristobal Colòn”. Che Colombo non se ne fosse, quindi, mai andato? I dominicani non hanno dubbi. E nel 1992, in occasione del 500° anniversario della scoperta delle Americhe, i resti del navigatore vennero traslati nel Faro di Colombo, un enorme monumento eretto per l’occasione.

La prova del DNA

sivigliaGli Spagnoli, però, non convinti che quelli fossero davvero i resti di Cristoforo Colombo, chiesero ad alcuni genetisti e storici di approfondire la questione. Nel 2003, perciò, venne confrontato il DNA delle ossa del Colombo sivigliano con quelle del fratello Diego, scoprendo l’assoluta connessione tra i due codici genetici. I resti nel sarcofago di Siviglia, perciò, sono veramente quelli del navigatore. Ma la prova del nove prevedeva che la medesima operazione venisse effettuata anche con i resti situati a Santo Domingo. Non era da escludere, infatti, che, durante i numerosi trasferimenti subiti dalla salma, qualche pezzo sia rimasto anche nell’isola caraibica. Ma le autorita dominicane hanno opposto un netto rifiuto.

Morale: ad oggi, non sappiamo se a Santo Domingo sia rimasta o meno qualche parte dei resti di Colombo. Così come non sappiamo dove siano le famose catene assieme alle quali egli voleva farsi seppellire. La questione, quindi, è ancora del tutto aperta.

Foto: Emanuela Crosetti