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Sorpresine Kinder: per il britannico The Sun le confezionano i bambini

Sorpresine Kinder per il britannico The Sun le confezionano i bambini

Inchiesta giornalistica GB rivela cosa sta dietro i giocattoli miniaturizzati negli ovetti: famiglie rumene costrette a far lavorare anche i figli minorenni Un velo di tristezza ammanta le sorpresine Kinder contenute nei famosi ovetti che, normalmente, sono destinati a donare gioia ai bambini, dopo...

Inchiesta giornalistica GB rivela cosa sta dietro i giocattoli miniaturizzati negli ovetti: famiglie rumene costrette a far lavorare anche i figli minorenni

Un velo di tristezza ammanta le sorpresine Kinder contenute nei famosi ovetti che, normalmente, sono destinati a donare gioia ai bambini, dopo l’inchiesta portata avanti dalla redazione del quotidiano britannico The Sun: secondo il prestigioso giornale, infatti, la Ferrero commissionerebbe la confezione degli oggettini da inserire nelle famose uova di cioccolato ad un’azienda rumena, la Romexa, che a sua volta subappalterebbe il lavoro alla Prolegis.

Quest’ultima affiderebbe poi la preparazione manuale dei mini giocattoli a delle famiglie in situazioni di indigenza, che lavorano nelle proprie case, spesso fatiscenti e con condizioni igienico-sanitarie precarie e che, pur di guadagnare qualcosa per sopravvivere, coinvolgerebbero anche i propri figli minori nelle operazioni di confezionamento delle sorpresine Kinder. I componenti arriverebbero ai lavoranti in grandi sacchi, divisi per tipo di pezzo e colore e il lavoro consisterebbe nell’inserire minuziosamente nelle ben note capsule di plastica gialla tutte le minuscole parti e i foglietti illustrativi che serviranno a montarle.

Si parla di turni anche di 13 ore al giorno, con un guadagno netto, rigorosamente in nero, che supera di poco i 4 Euro ogni 1000 ovetti riempiti… Le risposte date da queste famiglie disperate alle domande di chi le ha intervistate, lasciano a dir poco attoniti: anche i bimbi sarebbero chiamati, per quanto possibile, ad aiutare i genitori nello riempimento dei contenitori con tutte le piccolissime parti che compongono le sorprese, che verranno poi consegnate ad una fabbrica che si trova al confine con l’Ungheria, il tutto per raggiungere il più in fretta possibile una quota che permetta loro di portare il pane in tavola ogni giorno.

Naturalmente, i redattori di The Sun non si sono limitati a verificare di persona solo i racconti delle persone sfruttate, ma hanno anche cercato di parlare con i vertici della Prolegis, senza, per ora, essere ricevuti per avere risposte.

La replica della Ferrero, invece, è arrivata con un comunicato secondo il quale la storica azienda di Alba (CN) specifica di aver vietato l’uso di manodopera infantile in tutti i settori in cui opera e di garantire sempre un salario minimo ai propri dipendenti. Inoltre, le due ditte in subappalto, sarebbero sottoposte regolarmente a controlli ispettivi.